Coronavirus Abruzzo: Teramo, ordinanza del Sindaco sull’uso dell’acqua

Il sindaco di Teramo Gianguido D'Alberto

Il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, questa mattina ha emanato, una ordinanza inerente il consumo di acqua che in questo periodo di emergenza coronavirus e di scarse piogge diventa una risorsa preziosa.

L’Ordinanza recepisce la nota dell’ERSI (Ente Regionale del Servizio Idrico), inviata agli enti locali ieri 9 Aprile, nella quale si evidenzia un aumento considerevole dei consumi di acqua, conseguenti alle misure restrittive, messe in atto dal Governo, e suggerisce ai Sindaci di adottare ogni provvedimento che possa limitare l’utilizzo non corretto della risorsa idrica per usi non prioritari e consiglia un corretto uso delle risorse idriche destinate al consumo umano.

In un comunicato stampa il sindaco Gianguido D’Alberto scrive che “L’ordinanza, adottata per primo dal Comune di Teramo nella nostra provincia e tra i primissimi in Abruzzo, trova origine nella nota ERSI nella quale si evidenzia un aumento considerevole dei consumi di acqua conseguenti alle misure restrittive messe in atto dal Governo per evitare il propagarsi del virus COVID-19 ed alla emergenza idrica che il territorio abruzzese sta già vivendo a seguito dell’andamento meteorologico e della scarsità di precipitazioni degli ultimi mesi.

In ragione di ciò, l’ordinanza impartisce il divieto agli utenti di tipo domestico di impiegare l’acqua potabile per usi diversi da quelli igienico-sanitari ed alimentari”

Ecco cosa prevede l’Ordinanza del Comune di Teramo:

  • è vietato il lavaggio domestico di veicoli a motore o altri veicoli, moto e caravan;
  • è vietato il riempimento di vasche, fontane ornamentali e simili, fatte salve, momentaneamente, le utenze pubbliche;
  • è vietato l’innaffiamento di orti e giardini;
  • è vietato il lavaggio di cortili, piazzali pavimentati e similari ad eccezione dei servizi di sanificazione disposti dall’ufficio tecnico Comunale per prevenire il diffondersi del virus.

L’Ordinanza esorta poi i consumatori per uso non domestico all’uso accorto e consapevole della risorsa idrica e tutti i cittadini all’utilizzo di ogni accorgimento finalizzato al risparmio dell’acqua potabile, quali:

  1. l’utilizzo di lavastoviglie e lavatrici solo a pieno carico;
  2. la pronta riparazione di ogni perdita d’acqua anche piccola;
  3. la limitazione del flusso di acqua durante le operazioni di igiene quotidiana, preferendo la doccia al bagno in vasca ed evitando di far scorrere l’acqua a getto continuo;
  4. la limitazione del flusso d’acqua durante le operazioni di lavaggio degli alimenti e di scongelamento di prodotti alimentari evitando di far scorrere l’acqua a getto continuo;
  5. l’installazione di dispositivi di risparmio idrico e ogni altro accorgimento utile, e ogni altro accorgimento utile, segnalando che un singolo comportamento virtuoso può moltiplicare i propri effetti e generare un significativo risparmio in termini economici ed ambientali.

 

Lettera aperta del Sindaco D’Alberto ai concittadini “Che sia la Pasqua, anche della risurrezione civica”

“Carissimi concittadini,

che strana Pasqua! Non vivremo, quest’anno, i momenti che la tradizione ci tramanda da secoli e che costituivano il cuore della celebrazione: i sepolcri del giovedì sera, la processione dell’addolorata, quella del Cristo morto, l’aperitivo festoso con gli amici, la messa solenne della domenica, il lunedì con la consueta gita ‘fuori porta’, né potremo condividere il giorno della festa seduti a tavola con tutti i nostri cari.

E sì, questo maledetto virus ha davvero sconvolto ogni cosa e cambiato ogni nostra abitudine. Ma abbiamo la certezza, sappiamo, che tutto questo finirà e che torneremo alle nostre abitudini, alle nostre  tradizioni, ai nostri riti, laici o religiosi che siano, alle nostre consuetudini.

Stiamo dimostrando una grande maturità, stiamo tutti adoperandoci per gettare alle spalle questo incubo e tornare alla nostra vita di sempre. Ed io leggo tutto ciò come una straordinaria prova della serietà dei teramani, della capacità di sacrificio, della vostra sensibilità personale e quindi sociale.

Continuiamo così, e scambiamoci gli auguri di Pasqua dicendoci l’un l’altro che mai come quest’anno, il simbolo della rinascita e la manifestazione della vittoria sul male e sul dolore, assume per tutti noi la concretezza dell’esperienza.

Che questa sia la Pasqua, anche e soprattutto, della risurrezione civica.

Perché sarà la Pasqua in cui saremo costretti a restare isolati e distanti ma nel corso della quale sapremo avvertire la limitatezza della dimensione dell’Io e l’immensità del valore del Noi. Di quel Noi di cui ha bisogno oggi più di ieri la nostra comunità, di quel Noi di cui il nostro Paese sente la forte necessità per aprire uno squarcio di luce e speranza nell’orizzonte temporale che ci apprestiamo ad affrontare.

Sarà la Pasqua in cui comprenderemo veramente cosa significhi scoprire nell’altro quanto di più simile e vicino a noi stessi. Sono certo che sapremo sentirci e dimostrarci uniti, sono certo che ci sentiremo legati dall’abbraccio più forte del quale saremo capaci.

Auguri, con tutto il cuore, a chi sta in primissima linea, come diciamo ormai ogni giorno: ai medici, agli infermieri, a tutto il personale sanitario: non basta dirvi Grazie ma vi assicuriamo che faremo di più per proteggere voi e il vostro instancabile lavoro.

Auguri a tutte le forze dell’ordine – compresi i nostri Vigili Urbani – ai volontari, agli infaticabili operatori del COC, ai dipendenti comunali che permettono il disbrigo delle incombenze legate alla situazione, alle autorità – Prefetto in primis – ma anche a chi lavora nei supermercati, nelle farmacie o nelle attività cui è consentita l’apertura e che mettono a rischio la loro sicurezza per garantire a noi i beni essenziali.

Auguri, poi, agli insegnanti e agli studenti che hanno dovuto reinventarsi il loro ruolo, mutuandolo nelle modalità che offre l’informatica.

Auguri a coloro che hanno perso parenti, amici, conoscenti a causa di questo maledetto virus.

Auguri a tutti coloro che da settimane ormai, non possono abbracciare chi amano.

Il termine “Pasqua” viene dall’ebraico e significa “passare oltre”, “tralasciare”; niente di più attuale, niente di più d’auspicio, niente di più desiderato. Questo è il mio augurio per ciascun mio concittadino; il mio augurio, sperando che presto le strade, le piazze, i caffè, i ristoranti tornino a risuonare della nostra allegria, del nostro piacere di stare insieme.Per questo, non dobbiamo aver paura! Non siamo e non siete soli! Insieme ce la faremo! Buona Pasqua! Gianguido D’Alberto”.

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Gigliola Edmondo: