Coronavirus Abruzzo: in azienda con temperatura superiore a 37,5°, le proposte della Fiom

La Fiom Cgil Abruzzo e Molise avanza delle proposte per avviare una discussione tra istituzioni, aziende e sindacati per trovare una soluzione comune per tutelare i lavoratori, il territorio e il tessuto produttivo dalla diffusione del covid 19.

Con una lettera inviata ai presidenti delle Regioni Abruzzo e Molise Marco Marsilio e Donato Toma la Fiom Cgil avanza una proposta, alla luce dell’emergenza sanitaria dovuta al covid 19, per la gestione di lavoratori con temperatura superiore a 37,5°C rilevata all’ingresso in azienda.

Nella lettera firmata dal segretario generale della Fiom Cgil Abruzzo e Molise Alfredo Fegatelli si legge che “Premessa la difficoltà oggettiva di ogni azione, visto che la stessa avrà un impatto sia con il diritto alla privacy e sia con l’impossibilità di correlare scientificamente l’alta temperatura corporea con il contagio da COVID-19, e premesso che qualsiasi azione sarà sicuramente oggetto di maggiori approfondimenti e miglioramenti, procediamo inizialmente all’identificazione dei casi che andrebbero presi in esame: un lavoratore che viaggia da solo in macchina; un lavoratore che viaggia con un altro collega; un lavoratore che viaggia con i mezzi pubblici. Per tutti i casi sopra esposti sarà necessario: risalire alla tracciabilità dei contatti”.

Ecco le azioni, secondo Fiom Cgil, da intraprendere in caso il lavoratore risulti avere una temperatura superiore ai 37,5°C:

Individuato il lavoratore con la temperatura maggiore di 37,5°C, lo stesso deve essere accompagnato, con le dovute cautele, in un locale aziendale idoneo ed isolato per effettuare la seconda misurazione manuale (tale operazione, ed in generale l’intera gestione del lavoratore sospetto di contagio, sarà gestita dal personale della sala medica in tutte quelle realtà dove è presente una sala medica aziendale. Nelle realtà lavorative sprovviste di sala medica, la figura che gestirà tali operazioni sarà indicata dall’azienda).

Se viene confermata la temperatura, l’azienda deve dotare il lavoratore sospetto di tutte le precauzioni (DPI) necessari affinché non si propaghi l’eventuale contagio.

È prassi comune chiedere l’intervento del medico competente o lasciare che il lavoratore contatti il proprio medico di base, la nostra proposta è di chiamare sempre la ASL di competenza territoriale. La ASL comunicherà la procedura da adottare nei confronti del lavoratore ed attiverà tutte le misure di indagine necessarie per la tracciabilità dei contatti a partire dalle modalità di raggiungimento del luogo di lavoro”.

Soprattutto nell’ipotesi 3, utilizzo mezzi pubblici, solo la ASL dispone dei mezzi necessari, garantendo la privacy, per tracciare i contatti che il lavoratore ha avuto durante il viaggio ed avvisare i lavoratori interessati, i quali possono essere di diverse aziende”.

Il segretario Fegatelli chiede anche di predisporre la misurazione della temperatura anche in uscita dall’azienda e, in caso di temperatura corporea alta, “Procedere come descritto in precedenza”.

Fiom Cgil evidenzia che “In ogni caso, ogni volta, vanno sempre sanificati i luoghi o i mezzi dove ha stazionato il lavoratore con rilevazione della temperatura alta”.

Nella lettera si legge che “Tale procedura andrebbe normata attraverso un’ordinanza della Regione che consenta la possibilità di tracciare e mantenere i contatti, di coinvolgere la protezione civile valutando la possibilità di presidi nei nuclei industriali negli orari di ingresso e uscita anche per le aziende dove non è presente il sindacato.

Va previsto l’obbligo del tampone per ogni lavoratore a cui viene rilevata una temperatura superiore a 37,5°C e l’impossibilità di rientrare in azienda fino all’esito negativo del tampone. Se il tampone risultasse positivo andrebbero eseguiti i tamponi ai contatti precedentemente tracciati”.

Il sindacato evidenzia che “Rispetto ai trasporti, che rischiano di essere il vero anello debole di tutto il sistema di tutele, sarebbe opportuno, vista la tecnologia a disposizione, che siano previsti dei rilevatori automatici della temperatura, così come avviene negli autobus a lunga percorrenza. Inoltre, per i conducenti, a tutela degli stessi, vanno previsti meccanismi di isolamento che vadano oltre il distanziamento. In alcune regioni hanno predisposto dei pannelli di plexiglass che garantiscono l’opportuno isolamento.

Fiom Cgil conclude nella lettera che “Va prevista una regola generale che indichi la massima capienza dei mezzi di trasporto e il divieto di fare il biglietto a bordo. Gli autisti, che vanno preservati, anche per l’importante servizio che svolgono, devono evitare al massimo i contatti con i passeggeri.

La Regione Abruzzo deve concertare con le regioni limitrofe, in primis il Molise, che vengano adottati comportamenti omogenei sul trasporto pubblico. In caso contrario non deve consentire l’ingresso dei mezzi che non rispettano le ordinanze abruzzesi”.

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Gigliola Edmondo: