Coronavirus Abruzzo: Fipe “Da dopo Pasqua chiediamo il take away”

Riccardo Padovano, Consigliere Nazionale della FIPE, chiede che da dopo Pasqua, vista l’emergenza coronavirus, sia consentito il take away a tutti i pubblici esercizi.

Il consigliere della Federazione Italiana Pubblici Esercizi spiega che la situazione che stanno vivendo bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie, pizzerie e tutti i pubblici esercizi rappresentati è davvero drammatica.

Padovano in una nota afferma che “Questo doveva essere un periodo contrassegnato da grandi incassi grazie alla Pasqua e ai due ponti del 25 aprile e del 1 maggio ed invece ci ritroviamo con le attività chiuse ed appena un 15% delle imprese che sta continuando a lavorare con ricavi ridottissimi con le consegne a domicilio.

Come FIPE/Confcommercio abbiamo avanzato al Governo la proposta di consentire da dopo Pasqua almeno il take away, ossia l’asporto sul posto in modo da cominciare a riavviare le attività.

Dopo, appena sarà possibile riaprire, occorrerà una deroga all’occupazione del suolo pubblico da parte dei Comuni al fine di potere usufruire al massimo, laddove possibile, di spazi all’aperto e compensare la perdita di posti utili all’interno delle attività dovuti alla necessità di rispettare le distanze. Più gli spazi sono ampi e più facilmente si evitano assembramenti.

Da questo punto di vista ci auguriamo di salvare parzialmente la stagione balneare in considerazione del fatto che da sempre i nostri stabilimenti sono abituati a distanziare adeguatamente gli ombrelloni. Inoltre si prevede che in estate ci sarà un turismo di prossimità con spostamenti brevi in cerca di località sicure e crediamo che da questo punto di vista il turismo balneare abruzzese possa attirare utenza dalla regioni vicine.

Certo è che il fatturato che le nostre imprese hanno perso e perderanno ancora non si potrà comunque recuperare e al riguardo come FIPE/Confcommercio abbiamo ritenuto le misure messe in campo finora dal Governo parziali ed insufficienti”.

La FIPE chiede misure forti in mancanza delle quali molte attività non riapriranno. In particolare:

–          Contributo a fondo perduto rapportato alla perdita di fatturato documentabile;

–          Sostegno finanziario al pagamento degli affitti e estensione del credito di imposta a tutto il 2020;

–          Abbattimento delle imposte locali e nazionali per il primo semestre;

–          Liquidità immediata con meccanismi semplici e a tasso zero;

–          Aumento del bonus per le partite iva, almeno a 1000 € per tutto il periodo di crisi;

–          Estensione della cassa integrazione oltre le nove settimane previste;

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