Coronavirus Abruzzo. Chieti: Cgil, Cisl e Uil Pensionati “Appello per i più fragili”

Cgil, Cisl e Uil Pensionati della provincia di Chieti lanciano un appello per per le fasce più fragili della popolazione e sono molto preoccupati per i casi di decessi e contagi dovuti al covid 19.

Alessia Antenucci, Agostino Cicolini ed Antonio Cardo, rispettivamente segretari generali dei sindacati Spi Cgil, Fnp Cisl e Stu-Uilp di Chieti insieme a Nicola Toscano e Vincenzo Carinci di Fnp Cisl e Stu-Uilp Lanciano-Vasto in un comunicato stampa congiunto esprimono preoccupazione, in questa situazione di emergenza,  per le fasce più fragili della popolazione, i pensionati in condizioni di bisogno, le persone ricoverate nelle Rsa, nelle Case di Riposo, e spiegano che si sono attivati a livello Nazionale e Territoriale per la loro tutela.

Nella nota si legge che “I decessi e i casi di infezione crescono così come i contagi di operatrici e operatori. Gli ospiti muoiono nella totale solitudine mentre i familiari, a cui ormai da due mesi è vietato l’ingresso, non possono assistere i propri cari sul letto di morte.

Parliamo di anziani fragili, che nella maggior parte dei casi non hanno più la capacità di rappresentare i propri bisogni, di difendersi, di auto-tutelarsi e di contrastare eventuali abusi o inefficienze del servizio”.

I Sindacati ricordato che come Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil della Provincia di Chieti hanno scritto al prefetto Giacomo Barbato al presidente della Provincia Mario Pupillo e al direttore generale della Asl Thomas Schael chiedendo quali misure sono state messe in campo per tutelare le persone anziane e disabili ricoverati nelle Rsa ed il personale che vi opera e di essere messi a conoscenza sulla distribuzione di adeguati dispositivi di protezione individuali nelle strutture. Per evitare altri focolai come quello avvenuto nel Centro Anziani di Atessa e nella Rsa Villa San Giovanni a San Giovanni Teatino.

I sindacati, nella missiva, chiedono “Se è stata istituita una task force col coinvolgimento attivo di Sindaci, Prefetto e Protezione Civile.

Se vengono realizzati i tamponi a tutti gli utenti ed operatori delle strutture partendo dal fatto che la nostra Provincia ha scontato e sconta dei ritardi per l’esito degli stessi, cosa che può aumentare il rischio di contagiare colleghi e pazienti; così come se vengono effettuate le sanificazioni periodiche degli ambienti così come previsto.

Se le strutture si sono dotate di tutta la strumentazione tecnologica per la comunicazione a distanza tra le persone ricoverate ed i loro familiari e se c’è una continuità delle prestazioni di assistenza domiciliare integrata e sociale.

Abbiamo chiesto, inoltre, di salvaguardare il rispetto degli standard qualitativi e quantitativi dei servizi sociali e sanitari, sia per fronteggiare un’inevitabile riduzione del personale conseguente all’emergenza sanitaria, sia per compensare la minor presenza dei familiari e del volontariato”.

Interrogativi che sono anche richieste accorate di intervento per evitare che a pagare siano i più deboli e indifesi che, in questo periodo di emergenza coronavirus, rischiano più di altri di ammalarsi e morire, tra l’altro, in totale solitudine.

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