Coltivavano marijuana sul fiume Pescara: arrestati padre e figlio

I Carabinieri hanno arrestato due persone, padre e figlio, per concorso nella coltivazione di cannabis e detenzione a fini di spaccio di stupefacenti. Indagini ancora in corso per individuare altre coltivazioni di marijuana e possibili complici.

Sono stati reclusi nella casa circondariale di Chieti Andrea e Giuseppe Picciano, padre e figlio residenti a Pescara, rispettivamente di 59 e 34 anni, già noti alle forze dell’ordine, dopo essere stati sorpresi, mentre innaffiavano piante di cannabis lungo il fiume Pescara, ed arrestati, ieri pomeriggio, 12 settembre, al termine di un’operazione condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Chieti, guidato dal maggiore Marcello D’Alesio, in collaborazione con i militari del 5° Nucleo Elicotteri dei Carabinieri di Pescara. I due uomini devono rispondere delle accuse di concorso in illecita coltivazione e detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Le piante, coltivate su due terreni di proprietà del Demanio, nelle zone di Selvaiezzi a Chieti e a San Giovanni Teatino, avevano raggiunto un’altezza di circa due metri ma sono state notate dai militari che a bordo di un elicottero stavano sorvolando la zona nell’ambito di una indagine che era partita da qualche settimana.

La piantagione era composta complessivamente dal 35 piante, 18 nella zona di Selvaiezzi e 17 a San Giovanni Teatino, del peso di circa 150 chilogrammi e del valore commerciale di 30 mila euro.

Durante la conferenza stampa il maggiore D’Alesio ha spiegato : “Dopo aver individuato la piantagione, ubicata una zona impervia, dopo una serie di appostamenti, grazie anche alla collaborazione dei Carabinieri Forestali del gruppo di Pescara siamo riusciti, dopo aver collocato delle foto-trappole, a cogliere sul fatto padre e figlio e ad arrestarli quando sono arrivati sul posto per innaffiare la piantagione. Abbiamo sequestrato circa 150 chili di prodotto che, se essiccato, avrebbe permesso di guadagnare oltre 30 mila euro. Sono stati sequestrati anche tutti gli arnesi utilizzati per la coltivazione. Ora le indagini proseguono per individuare a chi fosse destinata la droga, se ci sono altre coltivazioni e se altre persone sono coinvolte “.