Chieti, il volume sulle Confraternite d’Abruzzo

Aurelio Bigi presenta il libro “Confraternite d’Abruzzo. Origini, storia e attualità” nell’ambito del convegno di oggi pomeriggio a Chieti.

Il volume, edito da Verdone, individua le prime esperienze confraternali abruzzesi e ne segue l’evoluzione, tenendo presente quanto avveniva a livello italiano ed europeo. Il libro si sofferma sui due grandi eventi nazionali (la Devozione generale di Perugia del 1260 e i Movimento dei Bianchi del 1339) e sulle prime compagnie abruzzesi del XIII e XIV secolo di Penitenti, di Disciplinati, di Flagellanti, e quelle della Scopa, della Frusta, della Misericordia.

L’autore spiega che “In Abruzzo si passò da meno di venti aggregazioni laicali aperte tra il XIII e il XIV secolo, a circa quaranta presenti nel XV secolo per arrivare a mille confraternite attive a fine Seicento” sostiene nel suo libro Aurelio Bigi. “Sodalizi ricchi, grazie ai lasciti, donazioni, questue e alle quote mensili pagate dai confratelli e agli iscritti ai Monti dei Morti. Neanche la più piccola parte di questa somma era utilizzata dai confratelli, ma era tutta impiegata per opere di carità e di assistenza, nonché per costruire chiese e cappelle, curare la manutenzione di questi edifici sacri e abbellirli con opere d’arte, commissionate a valenti artisti (altari, cori lignei, banchi, tele, sculture, opere di oreficeria, ecc.). Ricchezza che non poteva passare inosservata, ma che creò un eterno conflitto tra Stato e Chiesa sul chi doveva controllare e gestire questa potenza economica e sociale. L’opera letteraria attraversa i diversi momenti storici: il Concilio di Trento, la bolla Quaecumque del 1604 che acclarò la competenza della Chiesa sulle confraternite, e poi il Concordato del 1741 che passava la gestione delle congreghe allo Stato, la dominazione francese che nel 1811 le abolì tutte, tranne quelle del SS. Sacramento e quindi il Concordato del 1929, che di fatto restituì il loro controllo alla Chiesa. Attualmente si contano meno di duecento confraternite in tutto l’Abruzzo, con bilanci ridottissimi, ma con una grande voglia di reagire e che proprio per questo hanno scelto di unirsi nella Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia”.

 

 

Gigliola Edmondo: