Cade elicottero del 118 nell’aquilano: il recupero della “scatola nera”

Carabinieri e alpinisti impegnati nel recupero della “scatola nera” dell’ elicottero del 118 caduto ieri nell’Aquilano.

I carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale dell’Aquila, con gli sciatori alpinisti dell’Arma giunti da Selva di Valgardena, alle prese con il recupero del registratore di volo, la cosiddetta ‘scatola nera’ dell‘elicottero del 118 precipitato ieri mattina su un costone di monte Cefalone, a Lucoli , nei pressi del valico della Crocetta. Le sei persone che si trovavano a bordo sono tutte morte sul colpo. Il velivolo aveva appena effettuato il recupero di una persona rimasta ferita sulle piste da sci di Campo Felice. L’uomo, Ettore Palanca, 50 anni di Roma, aveva riportato la frattura di una tibia. Lo schianto e’ avvenuto pochissimi minuti dopo il decollo per il rientro a L’Aquila. Sul luogo della tragedia c’era una fitta nebbia e un vento che soffiava a 40 chilometri orari. Il pilota volava “a vista” poiché il velivolo pare non fosse dotato di radar, strumentazione comunque non indispensabile per quel tipo di mezzi aerei.

E’ dalla scatola nera che aspettano risposte i familiari, gli amici, i colleghi delle sei persone rimaste uccise nello schianto dell’elicottero del 118, avvenuto a pochissima distanza dalla località sciistica di Campo Felice. La scatola nera dirà perché un volo per il recupero di uno sciatore ferito sulle piste si sia tramutato in un pugno di minuti in un’altra immane tragedia per L’Aquila e per l’Abruzzo. Le stesse risposte, per ragioni diverse e di carattere giudiziario, le cercheranno nel macchinario anche gli inquirenti. Un’avaria? Un malfunzionamento del motore? La scarsa visibilità e il vento che soffiava a 40 chilometri orari? A cercare di fare chiarezza su una vicenda che ha gettato nel dolore la città, saranno le inchieste. Per chiarire la dinamica del tragico incidente sono state aperte, infatti, due inchieste, una della Procura dell’Aquila coordinata dal sostituto Simonetta Ciccarelli, l’altra dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo,  che ha inviato un team investigativo a Campo Felice. Ieri i carabinieri hanno acquisito i nastri registrati delle telefonate con le richieste di soccorso e ascoltato alcuni operatori del 118.

Oltre al ferito, a bordo dell’elicottero si trovavano, il pilota Gianmarco Zavoli, 46 anni, di San Giuliano a Mare (Rimini), il tecnico di bordo e verricellista Mario Matrella, 42 anni, di Putignano (Bari), Davide De Carolis, 40 anni, appartenente al soccorso alpino, 40 anni, originario di Teramo ma da anni residente a Santo Stefano di Sessanio  dove era anche consigliere comunale, il medico Walter Bucci, 57 anni, di Rocca di Cambio (L’Aquila), l’infermiere Giuseppe Serpetti, 59enne di Arischia (L’Aquila).

Un team di 12 psicologi per sostenere i familiari delle sei persone morte nell’incidente che ieri, attorno alle 12, ha coinvolto un elicottero del 118, precipitato a Monte Cefalone durante un’operazione di soccorso sulle piste da sci di Campo Felice. Lo ha reso noto la Asl dell’Aquila. L’azienda sanitaria, già da ieri, con il manager della Asl, Rinaldo Tordera ininterrottamente presente in ospedale per tutta la giornata, ha attivato il team di specialisti per cercare di dare il massimo del supporto psicologico alle famiglie così duramente colpite dalla tragedia. Questa mattina la Direzione Asl ha allestito un apposito spazio, all’interno di un locale situato all’Aquila, che ospita adesso i congiunti delle vittime. Il team di psicologi, messo a disposizione dalla Asl e dall’associazione ‘180 amici L’Aquila’, presieduto da Alessandro Sirolli, è impegnato ad attenuare il terribile impatto prodotto su mente e fisico dei familiari dall’evento di ieri. La decisione di organizzare uno spazio, in un’area diversa dall’ospedale San Salvatore, è stata presa dalla direzione Asl per cercare di dare conforto ai famigliari in un ambiente che possa proteggere dalle grandi tensioni esterne di queste ore.

Intanto l’Abruzzo è una delle poche regioni in Italia a essersi dotata di una legge che impone il pagamento di una compartecipazione alle spese in caso di soccorso in alta montagna o in condizioni di estrema difficoltà. Casi, cioè, molto diversi dagli incidenti che possono avvenire sulle piste da sci, dove quello che si segue è una trafila sanitaria bel precisa che., appunto, riguarda l’intervento del 118 ed eventualmente dell’elisoccorso. La legge si chiama Reasta (Rete escursionistica alpinistica speleologica e torrentistica d’Abruzzo), e s’ispira a ciò che viene già adottato in Francia o il altre regioni del Nord Italia. “Con tale legge – spiega il consigliere regionale del Partito democratico Pierpaolo Pietrucci, primo firmatario – abbiamo impostato il lavoro per rendere il soccorso alpino a pagamento in caso di imperizia, è una delle due facce della legge”. In sostanza con la legge si spiega anche a scopo di prevenzione come si va in montagna, si segnalano i sentieri e come si va equipaggiati: poi se gli escursionisti si avventurano in sentieri impervi non segnalati e soprattutto non equipaggiati (ad esempio con infradito e maniche corte sulla direttissima del Corno Grande), e s’incappa in incidenti che necessitano dell’intervento dell’elisoccorso o del soccorso alpino, allora deve compartecipare alle spese.

Il Servizio del Tg8