Abruzzo: 163 beni culturali recuperati dai Carabinieri, 24 denunce

I militari del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale dell’Aquila hanno recuperato 163 oggetti, tra beni antiquariali, archivistici e librari, reperti paleontologici e archeologici e opere d’arte contraffatte e denunciato 24 persone accusate di reati che vanno dalla ricettazione alla contraffazione di opere d’arte.

Sono molteplici gli interventi effettuati dal primo marzo 2021, data di apertura del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale dell’Aquila, competente in tutto l’Abruzzo e Molise, dai militari: prevenzione, contrasto e repressione di fenomeni quali scavi clandestini, furti di beni culturali, contraffazione di opere d’arte, recupero di beni culturali illecitamente trafugati o sottratti illecitamente.
Nell’ambito dell’attività di prevenzione sono stati effettuati 129 monitoraggi in aree archeologiche e aree tutelate da vincoli paesaggistici e monumentali, nove sopralluoghi per verifiche sullo stato di sicurezza di luoghi quali musei, archivi e biblioteche. I 78 controlli eseguiti negli esercizi commerciali di settore quali mercatini e antiquariati, sono stati finalizzati al contrasto della ricettazione dei beni rubati.

Le attività sono state svolte con la collaborazione fattiva e costante con l’Arma territoriale, attraverso le Stazioni Carabinieri, e con il 5° Nucleo Elicotteri di Pescara, il 16° Nucleo Elicotteri di Rieti e il Nucleo Subacquei di Pescara che hanno consentito un monitoraggio via terra, aria e mare.

Nel corso di 15 perquisizioni effettuate sono stati recuperati 97 beni di antiquariato, archivistici e librari, 55 fra reperti paleontologici e archeologici e sono state sequestrate 11 opere d’arte contraffatte, falsamente attribuite ad autori contemporanei (Fantuzzi, Maccari, Fiume, Guttuso).

L’azione di contenimento dei reati commessi ai danni del patrimonio culturale ha consentito di limitare rispetto all’anno precedente i furti nello specifico settore che ammontano a quattro in Abruzzo (-33%) e tre (-25%) in Molise.

Nell’ambito del progetto “Formazione della Cultura della legalità”, promossa su tutto il territorio nazionale dall’Arma dei Carabinieri, i militari del Nucleo TPC dell’Aquila hanno incontrato nel corso dell’anno scolastico 2021-2022, 18 classi di istituti scolastici e circa 350 alunni, per sensibilizzare i più giovani sull’importanza della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Inoltre il 24 settembre del 2021 a L’Aquila il Nucleo ha partecipato all’evento “Sharper-La Notte Europea dei Ricercatori”, ed ha mostrato ai visitatori la Banca Dati dei Beni culturali illecitamente sottratti, che è uno strumento utilissimo per contrastare i crimini commessi contro il patrimonio culturale e che è gestita in via esclusiva dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, dove sono quotidianamente inserite le informazioni, sia fotografiche che descrittive, relative ai beni culturali da ricercare che provengono dai Reparti territoriali dell’Arma, dalle altre Forze di Polizia e dalle Soprintendenze.

Di seguito vengono riportate le operazioni e i recuperi più importanti condotti nel 2021:

A Lanciano è stato recuperato un cratere canosino a volute e un piattello a vernice nera. I reperti sono stati localizzati nell’ambito del monitoraggio dei siti internet dedicati alla vendita on-line.

Il cratere a volute decorato a tempera con nastri e motivi vegetali risale al IV secolo a.C. e la coppa in vernice nera su alto piede ad anello al III-II secolo a.C. Entrambi gli oggetti, provento da scavi clandestini e fanno parte, con ogni probabilità, del corredo funerario di un contesto sepolcrale apulo. I beni sono stati collocati nel Polo Museale “Santo Spirito” di Lanciano.

In un mercatino dell’usato a L’Aquila, a seguito di una segnalazione, è stato recuperato un manoscritto che appartiene all’archivio parrocchiale della parrocchia di San Lorenzo Martire in Rotella (AP) della diocesi di San Benedetto del Tronto, Ripatransone Montalto Marche. Il volume, risalente alla fine del 1700 e agli inizi del 1800 e prelevato in circostanze ignote, è un libro di revisione dei conti e per il suo contenuto ha un valore storico ed archivistico di somma importanza per l’area in questione.

Ad Opi, invece, dove c’è anche un’area archeologica, a seguito di una perquisizione per droga, è stato possibile recuperare una olla quadriansata a piattelli di impasto, una bacinella in bronzo integra e frammenti di un’anforetta di impasto parzialmente ricomposti. I reperti, tutti di natura archeologica e in quanto tali vincolati dal Codice dei Beni Culturali, sono di rilevante importanza storica e risalgono al VI° Secolo a.C.. Provengono da scavi clandestini compiuti nella zona di Opi e dell’Alto Sangro.

Il militari sono intervenuti anche nella chiesa della Santissima Annunziata di San Demetrio ne’ Vestini, resa inagibile dal terremoto del 2009, insieme ai Vigili del Fuoco, al Segretariato Regionale MiC dell’Abruzzo, alla Sovrintendenza dell’Aquila e alla Arcidiocesi di L’Aquila, per salvare e mettere in sicurezza le opere (4 pale d’altare e 3 sculture) rimaste all’interno della chiesa, ormai ricoperta di guano.

Dopo numerose segnalazioni, il lavoro sinergico tra i vari enti ha prodotto una risposta immediata che ha consentito al Segretariato Regionale MiC Abruzzo di effettuare dei lavori che hanno permesso non solo l’eliminazione del guano ma anche la messa in sicurezza nella chiesa affinché fossero chiuse tutte le aperture, in attesa del restauro.
Durante un’escursione in montagna sulla Piana di Campofelice, in provincia dell’Aquila, insieme alla sua famiglia, un bambino ha trovato, nei pressi della tana di una talpa, tre sassi dalla forma insolita.
I genitori, come prevede la Legge, si sono rivolti ai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale dell’Aquila e hanno permesso alla Soprintendenza di rilevare che i reperti in realtà erano due punte di frecce e una lama di età preistorica, La scoperta va ad aggiungersi a notizie d’archivio di ritrovamenti archeologici nella zona e ha permesso di contestualizzare e continuare le ricerche archeologiche sul posto.

Infine nell’ultima indagine del 2021 il Nucleo dell’Aquila, unitamente al paritetico Nucleo di Monza, mediante monitoraggio di diversi siti internet, volto al recupero di beni illecitamente sottratti, ha individuato a L’Aquila alcuni manufatti di natura archeologica in vendita su siti internet online.

Dopo una indagine disposta dalla Procura della Repubblica di L’Aquila, i militari si sono recati nell’abitazione di una giovane aquilana e, nel corso della perquisizione, hanno sequestrato manufatti di interesse archeologico con numerose monete antiche, un metal detector, una zappa e diverso materiale utilizzato per la pulizia degli oggetti recuperati.
Grazie alla collaborazione dei funzionari archeologi del Ministero della Cultura e numismatici è stato accertato che il materiale proveniva prevalentemente dalle aree archeologiche del territorio aquilano con esemplari numismatici di epoca romana risalenti all’età repubblicana e monete medievali, che avevano ampia circolazione nel territorio Abruzzese e dell’Italia Centro Meridionale.
La donna è stata denunciata all’autorità giudiziaria per il reato di impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato e autoriciclaggio poiché il materiale recuperato era destinato alla vendita on line su tutto il territorio nazionale.
Gli oggetti di interesse archeologico, da chiunque e in qualunque modo ritrovate, nel sottosuolo o sui fondali marini, appartengono allo Stato e devono essere denunciate entro 24 ore all’Ufficio della Soprintendenza territorialmente competente, al Comune o all’autorità di pubblica sicurezza.
La legge, inoltre, vieta assolutamente di utilizzare metal detector nei pressi delle aree archeologiche e di fare ricerche nelle zone con vincoli paesaggistici, come ad esempio i boschi o i parchi nazionali.