A Pescara confronto su “An. co. re urbane: acqua- dal Mare alle Terre Alte”

“An. co. re urbane: acqua- dal Mare alle Terre Alte” è stato il tema di un convegno che si è svolto a Pescara.  Un’occasione per parlare anche di Vie di scambio e cultura materiale

In che modo mare e terre alte, pur così distanti, si richiamano e si completano nella costruzione della Città, della sua vita, della sua identità culturale, economica e ambientale di un intero territorio? Partendo da questa domanda si è sviluppato il confronto in occasione del convegno dal titolo “àn.co.re urbane: Acqua – dal Mare alle Terre Alte” ospitato dalla Sala Figlia di Iorio della Provincia di Pescara.

Ad introdurre il dibattito è stato il deputato Luciano D’Alfonso, già Presidente emerito della Regione Abruzzo. hanno partecipato il sindaco di Francavilla al Mare, Luisa Russo, il presidente emerito del Centro Italiano riqualificazione fluviale Ileana Schipani, il direttore generale emerito dell’Ersi ed esperto in Pianificazione e Gestione del Territorio, Tommaso Di Biase, il presidente WOO Aps, Maura Mantelli, Rosario Pavia, già Professore ordinario di urbanistica della Facoltà di Architettura di Pescara, il direttore generale e culturale del BAM – Biblioteca degli Alberi – di Milano, Francesca Colombo. Le conclusioni sono state afffidate all’architetto, docente e fondatrice di Tstudio, Guendalina Salimei, curatrice del Padiglione Italia della Biennale di Architettura di Venezia.

L’onorevole Luciano D’Alfonso ha spiegato : “Mare e terre alte sono legati da dinamiche antiche: vie di scambio, migrazioni stagionali, economie interconnesse, influenze climatiche reciproche, e soprattutto narrazioni economiche che li avvicinano. Pensiamo alla Transumanza e alla migrazione costiera: i pastori che dalle montagne scendono verso il mare d’inverno e risalgono d’estate: un esempio di simbiosi territoriale. Pensiamo al legame mare-terre alte come privilegiate Vie di scambio e cultura materiale: le montagne hanno da sempre fornito legname, minerali, e acqua; il mare pesce, sale e rotte commerciali. Le città tra questi due mondi (Genova, Napoli, Barcellona) sono crocevia storici.

Gli accadimenti dei nostri giorni ci impongono di riflettere su clima e risorse: il riscaldamento del mare influisce sul clima delle terre alte, e viceversa. L’acqua che dalle montagne scende a valle è vitale per gli ecosistemi marini. Infine il contrasto tra turismo balneare e quello montano, due modi diversi di vivere la natura, ma spesso con lo stesso bisogno di ‘altrove’ e di riconnessione, un dualismo tipico del nostro Abruzzo. Su tutti gli elementi governa l’Acqua ‘àncora urbana’, riconoscendo il suo ruolo fondamentale nel dare identità, struttura e senso a una città. L’acqua è un luogo di incontro e rigenerazione urbana: lungofiumi, porti riqualificati, waterfront. Riporta centralità dove prima c’era degrado. Un esempio emblematico è il Porto Antico di Genova. L’acqua àncora la città perché la fonda, la struttura, la rappresenta e la rinnova. È un punto fermo attorno al quale la città cresce, si definisce e si trasforma, esattamente come il ‘caso’ Pescara”.

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