Veleni Bussi: sentenza Appello, reazioni e commenti

????????????????????????????????????

Veleni Bussi: sentenza Appello, reazioni e commenti. L’attesa sentenza della Corte d’Assise d’Appello de L’Aquila, secondo gli esponenti delle Associazioni ambientaliste abruzzesi, cambia lo scenario con 10 imputati condannati, pene condonate ma previsti risarcimenti e provvisionali a favore di enti e parti civili.

SENTENZA VELENI BUSSI, AVVOCATO DELLO STATO GERARDIS “GRANDE SENTENZA

 “È una grande sentenza perché dimostra la giustezza delle nostre tesi: i fatti ci sono, è stato riconosciuto l’avvelenamento delle falde acquifere”. Lo ha detto l’avvocato dello Stato, Cristina Gerardis, dopo la lettura della sentenza della Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila in merito alla mega discarica dei veleni della Montedison di Bussi sul Tirino.

Cambia totalmente lo scenario di quello che è diventato ormai famoso come il “processo di Bussi”: la Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila ha emesso poco fa una sentenza nella quale sostanzialmente riconosce la verità storica di entrambi i reati: sia l’avvelenamento delle acque sia il disastro ambientale riqualificandoli in fatti di colpa. Il trascorrere del tempo conduce alla prescrizione il reato di avvelenamento ma non quello del disastro ambientale che viene affermato anche in termini di responsabilità penale per 10 degli imputati condannati a pene, condonate, variabili tra i 2 e i 3 anni.

L’affermazione di responsabilità ha portato anche alla condanna al risarcimento del danno da quantificare in separata sede nonché alla condanna a varie provvisionali per oltre tre milioni di euro, che vanno da un milione di euro in favore dell’ATO, a 500mila euro in favore della Regione Abruzzo, a 200mila euro in favore di tutti i Comuni, a 10mila euro in favore del WWF Italia e di Legambiente, a 5mila euro in favore delle restanti associazioni ambientaliste che si erano costituite parte civile. Appena dopo la lettura del dispositivo della sentenza, l’avv. Tommaso Navarra, che ha rappresentato il WWF in questa lunghissima vicenda giudiziaria, ha dichiarato:

“Dopo due anni di lavoro e di assoluta fiducia nella giustizia oggi possiamo dire che anche i reati ambientali possono trovare un giusto accertamento di verità. Un ringraziamento particolare va ai nostri associati che negli anni hanno saputo credere in questo percorso giudiziario tanto tribolato quanto importante”. Luciano Di Tizio, il delegato Abruzzo che ha seguito il processo per il WWF Italia, aggiunge: “Oggi è stato compiuto un passo avanti importante nell’accertamento della verità ma l’obiettivo finale, come abbiamo sempre detto, resta la bonifica del territorio e l’applicazione del sacrosanto principio del chi ha inquinato paghi”.

SENTENZA BUSSI FORUM H2O:  almeno ristabilita verità sulla gravità dei fatti, pene miti per quanto accaduto, nel nostro paese la qualità dell’ambiente vale poco. Ora si proceda alla bonifica.

In merito alla sentenza sul processo di Bussi una dichiarazione di Augusto De Sanctis, attivista del Forum H2O “Dopo quanto accaduto in fase di udienza preliminare e in primo grado questa sentenza di appello almeno ristabilisce la verità su fatti di inaudita gravità che hanno riguardato la qualità della vita di 700.000 persone. Le pene sono miti – a cui si aggiunge il condono con contorno di prescrizione – a testimonianza su come le leggi nel nostro paese considerino la tutela dell’ambiente e la difesa della salute. Comunque la vera giustizia per noi è la bonifica, il nostro territorio deve essere risanato fino in fondo subito e risarcito per i danni subiti come prevede la sentenza. Non possiamo aspettare un minuto di più, nella val Pescara è un disastro con i pesci al mercurio. Una vergogna internazionale che deve finire. Questa sentenza può aiuterci senz’altro”.

SENTENZA BUSSI IL SINDACO DI PESCARA MARCO ALESSANDRINI:  “La sentenza segna un punto a favore dell’ambiente e sottolinea la priorità della tutela”

 “La sentenza pronunciata oggi dalla Corte d’Assise d’Appello de L’Aquila sul caso della mega discarica di Bussi segna un punto a favore della tutela del territorio e conferma che questa deve rappresentare una priorità centrale sia per il mondo economico, che sull’ambiente si insedia; sia per chi governa il territorio e deve fare rispettare le regole; sia, infine, per ogni membro della comunità che ha il diritto a vivere in un ambiente sano, ma ha anche il dovere di tutelarlo.  Compito della Pubblica Amministrazione è bloccare sul nascere fenomeni gravissimi di inquinamento e proteggere la comunità dai rischi che comportamenti irresponsabili possono arrecarvi. Quello che è accaduto a Bussi è grave ed ha un costo sociale oltre che economico. Il Comune di Pescara si è costituito parte civile nel processo, perché si andasse fino in fondo con l’accertamento delle responsabilità e dei fatti.  In favore del Comune sono stati liquidati a titolo di provvisionale 200.000 euro, è la somma più alta fra quelle erogate ai Comuni interessati e che impiegheremo a favore delle politiche ambientali”.

SENTENZA BUSSI: FINALMENTE ! ECOISTITUTO ABRUZZO, ITALIA NOSTRA, MAREVIVO, MILA DONNAMBIENTE

Le associazioni del Comitato Bussiciriguarda, accogliendo con soddisfazione l’esito del processo presso la Corte d’Appello dell’Aquila, che costituisce una pietra miliare nella giurisprudenza nazionale, e conferma la nostra tesi sulla strategia d’impresa, ribadisce che la sua azione è sempre stata finalizzata ad ottenere il risanamento ambientale della Valpescara. Questa sentenza non solo dà ragione alla nostra battaglia, ma ci consente di rafforzare il nostro impegno dandoci ulteriori energie affinché si possa ottenere quanto prima il ripristino della qualità dei luoghi. Da domani, pertanto, abbandonate le aule dei Tribunali, saremo sentinelle vigili e di stimolo continuo affinché tutte le Amministrazioni, nazionale, regionale e locali facciano quanto di loro competenza per restituire alla collettività acque e terreni risanati.

LEGAMBIENTE, TRA LE PARTI CIVILI NEL PROCESSO: “SENTENZA CAPOVOLTA IN APPELLO”

 “Per il popolo inquinato di Bussi è arrivata finalmente aria di giustizia. Oggi, con 10 condanne a pene variabili tra i 2 e i 3 anni, la Corte d’Assise d’appello dell’Aquila ha ribaltato la sentenza di primo grado sulle discariche dei veleni della Montedison scoperte a Bussi e riconosciuto le aggravanti nel reato di “disastro ambientale”, che di fatto ha interrotto la prescrizione e il reato di “avvelenamento colposo delle acque”. Reati commessi da chi ha inquinato per anni quell’area, sversando veleni nei terreni con la contaminazione delle falde acquifere, e che finalmente pagherà per quello che ha fatto. Una sentenza che finalmente porta un vento di giustizia, negata per anni. Ora si lavori per il ripristino ambientale e una completa ed esauriente bonifica del sito senza perdere più altro tempo e senza far passare altri anni, come invece è successo fino ad ora”, così Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente commenta la sentenza d’appello sulla discarica dei veleni della Montedison scoperta a Bussi nel pescarese nel 2007. Il processo di primo grado si era concluso nel 2014 senza condanne. La sostanziale modifica della sentenza di primo grado ha prodotto risarcimento danni e provvisionali a carico degli imputati subito esecutivi e quantificati per oltre 3 milioni di euro. Di cui circa 1 milione all’ATO, 500.000 euro alla Regione Abruzzo, 200.000 euro ai comuni e 15.000 euro alle associazioni ambientaliste. Legambiente, che è tra le parti civile del processo, continuerà la sua battaglia per il ripristino ambientale dell’area. “Dieci anni fa si sollevava il vaso di pandora sulla discarica illegale di veleni chimici più grande d’Europa che per anni ha avvelenato l’ambiente, la salute dei cittadini e danneggiato l’economia di questi territori. Ad oggi – aggiunge Giuseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo – le attività di bonifica latitano. Per questo chiediamo che si lavori per il risanamento dell’area e poi per un suo rilancio, perché i cittadini hanno diritto alla restituzione di un territorio finalmente libero dai veleni e di un futuro proietto sulla green economy”.

 

 

 

 

 

Fabio Lussoso: