L’Aquila, inchiesta Caligola: processo prescritto

Il Gup del Tribunale dell’Aquila ha dichiarato prescritto il procedimento penale relativo all’inchiesta Caligola che coinvolse personaggi eccellenti della politica e dell’imprenditoria.

L’inchiesta della Procura della Repubblica, risalente al 2011, vide coinvolti inizialmente 11 nomi eccellenti, tra cui politici, dirigenti regionali e imprenditori, alcuni dei quali finiti per mesi agli arresti domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere, corruzione, soppressione di atti e rivelazione del segreto d’ufficio nell’ambito di commesse e appalti della Regione Abruzzo.

La dichiarazione di prescrizione è arrivata in sede di udienza preliminare, Quella di ieri considerata da difensori e imputati la prima vera udienza, visto che le altre praticamente hanno fatto registrare un nulla di fatto oppure non si sono neanche svolte. Erano già state celebrate undici udienze preliminari e una decina relative al processo, prima che il Tribunale dell’Aquila cancellasse il rinvio a giudizio per la nullità degli atti e dei capi di imputazione emessi fino a quel momento, ordinando di ricominciare da capo l’attività di indagine.

Il capovolgimento risale a due anni fa ed è stato innescato da un’eccezione presentata dalla difesa sulla errata notifica della citazione a giudizio: il giudice ha risposto bocciando tutti gli atti, anche quelli di indagine e quindi dell’accusa. Ieri, dopo dieci anni, in sede di udienza pralinare, la dichiarazione della prescrizione per gravi ipotesi di reato da parte del giudice per le indagini preliminari Baldovino De Blasis. In precedenza la stessa Procura aveva cancellato l’accusa principale di associazione a delinquere. Secondo l’accusa, sostenuta nel 2011 dal Pm Antonietta Picardi, poi trasferita alla Procura generale della Cassazione. Secondo la Picardi, che nel luglio del 2013 aveva chiesto il rinvio a giudizio, gli indagati avrebbero organizzato una presunta associazione per delinquere per “condizionare” l’affidamento delle commesse pubbliche in cambio di contropartite economiche sotto forma di consulenze e di assunzioni clientelari. Nel 2015 il primo rinvio a giudizio sfociato poi nel processo, nel ribaltone e nella prescrizione.

“Si tratta di un processo molto ingiusto – spiega uno degli avvocati difensori, Francesco Carli – caratterizzato da comportamenti disordinati da parte dell’accusa condotta dalla magistratura inquirente e poi in tutta la prima fase da un disastro tecnico e valutativo con una catena di terrori clamorosa che rende evidente, oltre al disfunzionamento della giustizia, una vera e propria crisi del sistema, tematica tra l’altro di grande attualità -. Il nostro sistema è arrivato al capolinea ed ha un urgente bisogno di elementi nuovi, funzioni profondamente diverse, in tal senso confidiamo moltissimo nel lavoro del neo ministro Cartabia. Rinuncia alla prescrizione? L’andamento di un processo durato dieci anni è stato lo stesso una grave pena che non poteva e doveva continuare”.