Anno giudiziario: ‘Sull’Abruzzo i tentacoli della camorra’

‘La camorra ha esteso i suoi tentacoli anche in Abruzzo’: a ribadirlo stamani, scendendo in dettagli ed esempi, il presidente della Corte d’Appello dell’Aquila in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario.

Il presidente della Corte, Stefano Schirò, tra i procedimenti trattati dalla Direzione distrettuale antimafia ha segnalato, nella sua relazione, ‘quello presso il Tribunale di Vasto a carico di un sodalizio criminale di stampo camorristico trasferitosi in Abruzzo da molti anni e dedito alla commissione di gravi reati in materia di stupefacenti e controllo del territorio’ e poi  ‘quello, del Tribunale di Pescara, che ha ad oggetto un vasto traffico internazionale di sostanze stupefacenti in forma associata e organizzata, di estrema rilevanza come quello per traffico di stupefacenti nella Marsica, caratterizzato da 70 indagati, 418 ipotesi di reato, 20 misure cautelari’. Allargando lo sguardo al distretto abruzzese il presidente ha evidenziato come non sia mancato ‘impulso alle misure di prevenzione personali e patrimoniali e alle misure cautelari reali che hanno portato all’apprensione di numerosi beni immobili e mobili registrati, nonchè di significative somme di denaro, come segnalato in particolare dalle Procure della Repubblica di Teramo e di Lanciano’. ‘Presso il Tribunale dell’Aquila si registra, invece, un costante flusso di procedimenti per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, diretta conseguenza del sisma 2009, essendo numerosi i privati che tentano di ottenere i benefici economici previsti in favore di chi ha subito danni senza averne i requisiti. A Pescara preoccupa, invece, il consistente numero di procedimenti per reati associativi comuni, relativi soprattutto a sodalizi criminali che si occupano di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione di cittadine straniere: a tal proposito, il presidente della Corte d’Appello ha sottolineato come l’Abruzzo sia una regione colpita dal fenomeno della tratta e dello sfruttamento della condizione femminile’.

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