Esperimento SOX Gran Sasso, in scena il confronto

A proposito dell’esperimento SOX nei Laboratori, ieri a Isola del Gran Sasso acceso confronto tra il direttore LNGS, Stefano Ragazzi, i rappresentanti della Regione Abruzzo e gli attivisti della SOA, stazione ornitologica abruzzese.

Secondo gli ambientalisti, promotori dell’evento, il contraddittorio ha evidenziato tutti i limiti, i rischi e le criticità dell’esperimento SOX. Ricordiamo che il 10 ottobre si era svolto il test di trasporto “in bianco” (senza carico) relativo all’esperimento SOX nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso. Secondo i Laboratori il test si è svolto in ottemperanza alle prescrizioni dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e nell’ambito dell’autorizzazione ministeriale (ministeri Salute, Ambiente, Lavoro, Interno (Protezione Civile), Sviluppo Economico. La notizia del trasporto, appena diffusa, aveva scatenato proteste e polemiche da parte degli ambientalisti, preoccupati dall’instabilità sismica del territorio, dalla presenza e dall’utilizzo di materiali molto inquinanti in un territorio naturale protetto.

“Presenti tutti gli attori, – si legge nella nota inviata dalla SOA al termine del confronto –  è andato in scena un duro confronto che ha messo alle strette e, in diversi passaggi, in difficoltà i rappresentanti istituzionali. L’intervento della Mobilitazione del Gran Sasso, seguito da quello dell’Osservatorio, è stato molto duro con i Laboratori e con il direttore Ragazzi. Sono state ribadite, senza alcuna smentita, tutte le preoccupazioni in ordine al rischio incidentale, anche rispetto a casi specifici citati (terremoto con fagliazione e dislocazione dentro o nei pressi del Laboratorio; fattore umano; effetto domino con gli idrocarburi di Borexino). Bisogna togliere le sostanze pericolose già presenti e non aggiungerne di nuove, visto che i Laboratori hanno già dimostrato con diversi incidenti di non essere in grado di garantire sicurezza totale (che non esiste, tra l’altro). E’ anche emerso che la Regione, direzione Sanità, aveva ricevuto alcuni documenti nella fase autorizzativa. Lolli ha chiarito la necessità di sospendere l’iniziativa per sottoporla ad una procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (con Valutazione di Incidenza Ambientale) nazionale e ha ribadito che il sistema deve essere messo in sicurezza”.

IL PROGETTO BOREXINO-SOX

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Il progetto – si legge nel sito del LNGS – si basa sull’utilizzo di un innovativo generatore di antineutrini che lavorerà in tandem con Borexino: un rivelatore di neutrini sensibilissimo grazie alla sua ‘radiopurezza’, ottenuta riducendo la radioattività naturale presente normalmente in tutti materiali, e grazie alla sua collocazione sotto i 1400 metri di roccia del massiccio del Gran Sasso, che lo schermano dalla pioggia di raggi cosmici. 
Grazie alla sua radiopurezza, Borexino è oggi il miglior strumento esistente per lo studio dei neutrini, particelle che esistono in grande abbondanza, ma che hanno massa quasi nulla e sono prive di carica elettrica e quindi interagiscono pochissimo con la materia: per queste loro caratteristiche riescono a fornirci informazioni uniche per la comprensione del nostro universo. Borexino, in funzione ai LNGS dal 2007, ha ottenuto in questi anni risultati scientifici di primissimo piano, riconosciuti in tutto il mondo con pubblicazioni sulle principali riviste scientifiche, come Nature e Physical Review Letters. 
Il lavoro di Borexino in tandem con SOX ha l’obiettivo di provare l’esistenza di un nuovo tipo di neutrino: il neutrino sterile, la cui scoperta darebbe un importantissimo contributo per la nostra conoscenza della natura. Infatti, se esistessero, spiegherebbero alcuni effetti che sono stati misurati in molti esperimenti nel mondo studiando i flussi di neutrini. Inoltre, potrebbero contribuire a chiarire il mistero della materia oscura nell’universo. 
Il generatore di neutrini SOX, in fase di costruzione in Russia sulla base delle più aggiornate tecniche, sarà schermato da uno scudo di oltre due tonnellate di tungsteno. Questo scudo, fabbricato appositamente per SOX, garantisce la totale protezione per le persone e per l’ambiente: la bassissima radioattività residua viene completamente annullata dalla schermatura dell’alloggiamento in cui sarà collocato SOX. 
Il progetto prevede l’installazione del generatore SOX in prossimità dell’esperimento Borexino, in un alloggiamento che ne garantisce, appunto, il suo totale isolamento rispetto all’esterno. L’obiettivo di SOX è, infatti, produrre solo ed esclusivamente antineutrini, perché anche  la  minima presenza di  radioattività  inquinerebbe i rarissimi segnali lasciati da  queste particelle, oggetto di studio di Borexino. L’assenza di inquinamento da radioattività è una condizione necessaria per lo svolgimento di tutte le attività di ricerca ai Laboratori del Gran Sasso. Quindi, il totale isolamento dall’esterno del generatore di antineutrini è una condizione indispensabile per ragioni di salute pubblica e ambientali, ma anche scientifiche: se vi fosse anche la minima dispersione radioattiva, infatti, mancherebbero le condizioni per condurre gli esperimenti. 
Il generatore è, quindi, totalmente sicuro anche in caso di incidenti di trasporto o incendi, come previsto dalle norme internazionali in materia, e può essere utilizzato senza alcuna precauzione particolare. Nessuna esposizione durante il periodo di attività dell’esperimento è dunque possibile, né per il personale dei Laboratori, né tantomeno per la popolazione e l’ambiente.
 Solo le persone impegnate nelle attività di installazione del generatore nell’alloggiamento predisposto possono quindi essere soggette durante le operazioni a piccolissime dosi di radioattività, dosi di molto inferiori a quelle cui ciascuno di noi è soggetto quando si sottopone a una radiografia ortopanoramica dal dentista, a un esame mammografico, o viaggia su un volo intercontinentale da Roma a New York, durante il quale per via dell’altitudine è sottoposto a una più intensa radiazione cosmica”.

 

Oggi alle 17.30, in via Fedeli Romani, presso la sede di Teramo Nostra, si svolgerà un altro incontro pubblico organizzato dalla Mobilitazione per l’Acqua del Gran Sasso.

“Anche a Teramo – precisa la nota della SOA – ribadiremo con dati e riferimenti normativi oggettivi tutte le problematiche di questa vicenda. In ogni caso tutti potranno prendere la parola”.

            

 

 

 

Marina Moretti: