Blitz della Polizia contro famiglie mafiose del foggiano: arresti anche a Pescara

Blitz della Polizia contro le famiglie mafiose della provincia di Foggia: agenti delle squadre mobili di Foggia e Bari, dello Sco e dei reparti prevenzione crimine stanno eseguendo decine di arresti nei confronti di soggetti appartenenti o legati alle famiglie operanti nel territorio di San Severo. Arresti anche a Pescara.

I provvedimenti, emessi dal gip di Bari su richiesta della Dda sono stati eseguiti in Puglia e nelle province di Milano, Rimini, Fermo, Ascoli Piceno, Campobasso, Pescara, Teramo, Napoli e Salerno.

I destinatari del provvedimento sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico di droga, spaccio, danneggiamento, reati in materia di armi, lesioni personali e tentato omicidio, aggravati dalle finalità mafiose.

Ramificazioni in parecchie regioni, come hanno scoperto gli uomini della squadra mobile di Foggia durante l’indagine: in Abruzzo coinvolte il pescarese, il teramano e il chietino. Estorsioni e droga come core business, la mafiosità come arma per intimidire e controllare il territorio.

I dettagli dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa in programma alle 11 alla Corte d’Appello di Bari alla quale parteciperanno il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, i procuratori di Bari e Foggia Giuseppe Volpe e Ludovico Vaccaro, il direttore della Dac della Polizia Francesco Messina, il direttore dello Sco Fausto Lamparelli e il questore di Foggia Mario Della Cioppa.

Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi eseguiti dalla Polizia contro la mafia foggiana figurano elementi di primo piano delle famiglie mafiose di San Severo, tra i quali Giuseppe Vincenzo La Piccirella e Severino Testa, ritenuti ai vertici del clan ‘La Piccirella’, oltre a Franco e Roberto Nardino, a capo dell’omonimo clan.
A quanto si apprende, gli indagati facevano spesso ricorso alla violenza per l’affermazione della propria leadership sul territorio, basata per gli investigatori anche sulla eliminazione fisica dei rivali.  Nel corso delle indagini sono stati accertati diversi episodi a chiaro sfondo intimidatorio, come nel tentativo di estorsione ai danni di un commerciante, che si è visto danneggiare a colpi d’arma da fuoco l’abitazione, il negozio e l’auto. L’indagine coordinata dalla Dda di Bari ha evidenziato il ruolo dei clan di San Severo nel traffico di droga in Capitanata e la spartizione dei proventi illeciti ha creato tensioni tra i diversi gruppi malavitosi locali. Le indagini sono partite nel 2015 dopo alcuni episodi di sangue a San Severo e successivamente gli inquirenti hanno accertato il traffico di stupefacenti gestito dai gruppi criminali locali, compresi i relativi canali di approvvigionamento dall’estero, anche dall’Olanda.
È la prima volta – si apprende da fonti investigative – che viene contestata l’associazione di tipo mafioso (416 bis) alla criminalità organizzata di San Severo. 

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