Covid Abruzzo: i dati peggiorano, specie a Pescara, movida blindata. Oggi la decisione sul nuovo colore

Continuano a peggiorare i numeri dell’emergenza coronavirus in Abruzzo. Sono 540 i nuovi casi. E’ il dato più alto registrato dal 30 novembre ad oggi. Ancora un repentino incremento dei contagi tra le province di Pescara e Chieti, che da sole registrano 411 casi dei 540 emersi odierni.

Sono emersi dall’analisi di 5.438 tamponi molecolari: è risultato positivo il 9,93% dei campioni. Cinque i decessi, che fanno salire il bilancio delle vittime a 1.538. Continuano ad aumentare i ricoveri, che passano dai 548 di ieri ai 555 di oggi: il tasso di occupazione delle terapie intensive sale a oltre il 28%. Ancora un repentino incremento dei contagi tra le province di Pescara e Chieti, che da sole registrano 411 casi dei 540 emersi oggi in Abruzzo.

La zona più colpita è di nuovo l’area metropolitana, dove il virus corre veloce, anche a causa della circolazione della variante inglese, responsabile, secondo le stime, della metà dei contagi: oltre 240 i casi accertati nelle ultime ore. L’incremento più consistente si registra nel Pescarese, con 232 casi in più, secondo dato più alto di sempre dopo il record di 303 di sabato scorso. Segue il Chietino, con 179 casi in più. Numeri più bassi nel Teramano (+72) e nell’Aquilano (+55). Per quanto riguarda l’area metropolitana, la località con più nuovi casi è Pescara: 102 i contagi emersi nelle ultime ore, tra i dati più alti di sempre.

“Le proiezioni sui dati trasmessi a Roma per il report settimanale mostrano un forte incremento dell’indice Rt, che oscilla intorno a 1,20 e comunque con un valore minimo intorno o superiore a 1,10. Con questi dati, la Cabina di Regia che si riunirà domani non potrà che classificare l’Abruzzo in zona arancione”. E’ il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio ad analizzare i dati. “Se l’ordinanza del ministro verrà pubblicata sabato (com’è probabile), la nuova disciplina scatterà da domenica 14. Purtroppo, la forte incidenza della variante inglese in alcune aree del territorio abruzzese, e in particolare nell’area metropolitana Pescara-Chieti (per la quale sono operative da oggi le misure restrittive contenute nell’ultima ordinanza presidenziale), sta facendo rapidamente risalire la curva dei contagi. A tal proposito, domani mattina il Gruppo Tecnico-Scientifico Regionale tornerà a riunirsi per proseguire nel monitoraggio costante dell’andamento epidemiologico, con particolare attenzione ai Comuni sottoposti a discipline più restrittive e a segnalazioni di allerta”. “Verrà sottoposta a valutazione anche l’opportunità di prorogare o no la zona rossa per i comuni di Atessa, San Giovanni Teatino e Tocco da Casauria, sulla base dei contagi registrati nella settimana trascorsa. La virulenza e la velocità di trasmissione di questa ‘terza ondata’ – prosegue il presidente della Regione Abruzzo – è ben maggiore della seconda ondata che ci ha colpiti a novembre. Per arrestare la corsa del virus e la risalita degli indicatori, che altrimenti porterebbero l’intera Regione in zona rossa tra un’altra settimana, occorre intensificare gli sforzi e l’applicazione di comportamenti corretti”.

Intanto, il Comune di Pescara, in vista del weekend, prova a blindare la movida, considerata l’impennata di contagi in città e nell’area metropolitana. Di fatto, sarà vietato fermarsi a parlare in strada e si potrà accedere a quelle vie solo per raggiungere i locali. Previsti controlli rigidissimi per accertare il rispetto delle misure di prevenzione, in particolare per quanto riguarda il numero di clienti presenti e il distanziamento. Il provvedimento, in vigore dal 12 al 14 febbraio, dalle 6 alle 22, riguarda Via C. Battisti (nel tratto compreso tra C.so Umberto e Via De Amicis), Via Piave, Via Mazzini (nel tratto compreso tra C.so Vittorio Emanuele II e Viale Regina Margherita), Via Forti, Via Goito, Via Curtatone, Via De Cesaris, Via Minghetti, Via Poerio, P.zza M. Muzii, P.zza Santa Caterina, Via Quarto dei Mille. “E’ fatta salva la possibilità di attraversamento delle aree – si legge – solo per accedere agli esercizi pubblici e agli esercizi commerciali legittimamente aperti, nonché alle abitazioni private alle abitazioni private compresi nell’area e per il deflusso dall’area”. Chi viola le disposizioni rischia una multa da 400 a mille euro.

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Barbara Orsini: