2 giugno 2016 in Abruzzo: le celebrazioni per i 70 anni della Repubblica

2 giugno 2016 in Abruzzo: le celebrazioni per i 70 anni della Repubblica tra cerimonie ufficiali e convegni per riflettere sulla storia del paese.

L’AQUILA:

A L’Aquila il 70° anniversario della Repubblica è stato celebrato con una cerimonia svoltasi presso il monumento ai Caduti, situato all’interno della Villa Comunale, con la partecipazione di una compagnia in armi costituita da personale dell’esercito, dei carabinieri, della guardia di finanza, della polizia di stato, della polizia penitenziaria e del corpo forestale dello stato. Erano schierati anche un drappello dei vigili del fuoco, i gonfaloni della Regione Abruzzo, della  provincia dell’Aquila e del capoluogo. La presenza delle associazioni combattentistiche e d’arma e quella di una rappresentanza di studenti, hanno contribuito alla solennità della cerimonia.  Presenti le più alte cariche civili, militari e religiose della Regione tra le quali il Prefetto Francesco Alecci, il sindaco Massimo Cialente e il Comandante Militare dell’Esercito per l’Abruzzo Generale di Brigata Rino De Vito. La cerimonia ha avuto inizio con l’alzabandiera, è proseguita con la deposizione di una corona d’alloro al monumento ai caduti e con la lettura dei messaggi augurali del Presidente della Repubblica e del Ministro della Difesa.Infine uno studente ha letto una riflessione sul significato del 2 giugno.

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PESCARA :

A Pescara , in piazza Garibaldi, le autorità, i labari, i gonfaloni e tutti i partecipanti si sono radunati per la deposizione della corona al Monumento ai Caduti da parte del Prefetto Francesco Provolo insieme al sindaco Marco Alessandrini, al presidente della Regione Luciano D’Alfonso, al presidente della Provincia Antonio Di Marco.In piazza il silenzio è stato scandito dalla Fanfara dei Bersaglieri. Il corpo dei fanti piumati ha svolto un ruolo attivo nella cerimonia anche come viatico al 65° raduno che si svolgerà a Pescara a maggio 2017. Alle ore 11 il largo Mediterraneo si sono ritrovate le autorità. I bersaglieri hanno aperto la seconda fase della cerimonia, per l’alzabandiera, i discorsi ufficiali e la consegna delle medaglie d’onore del Presidente della Repubblica ai cittadini, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economi di guerra, dal Prefetto e dai sindaci di Pescara Marco Alessandrini e di Popoli Concezio Gallo. Ai saluti e discorsi ufficiali del Prefetto, del Presidente della Regione Luciano D’Alfonso e del sindaco Marco Alessandrini, si sono aggiunti quelli di due alunne del liceo classico d’Annunzio e dell’Istituto Tecnico Acerbo. I 70 anni di Repubblica e il voto femminile sono stati al centro dei discorsi ufficiali che si sono succeduti, in quello del sindaco Marco Alessandrini anche l’invito ad onorare la memoria di Sara Di Pietrantonio, la ragazza uccisa ferocemente dall’ex fidanzato. Subito dopo i riconoscimenti, che sono stati tre, tutti alla memoria e sono stati consegnati: ai familiari del giornalista Rai Franco Piccinelli, ferito da un’azione terroristica nel 1979 quando era a capo della redazione Rai Piemonte, “per le idee e l’impegno morale” ritirato anche dal figlio, il comandante dei Carabinieri Paolo Piccinelli; ai familiari di Carlo Cavorso deportato in due campi di concentramento dal 1943, in Polonia e Germania e liberato nel marzo del 1945; ai familiari di Antonio Orlando, anch’egli deportato per due anni in un campo di concentramento e lavoro nella Prussia Orientale dal ’43 al ’45.

Il servizio del Tg8:

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CHIETI :

A Chieti la cerimonia svoltasi questa mattina ha avuto per protagonisti gli studenti, il tricolore e la musica. Momento di particolare suggestione è stata la sfilata, partita da piazza Valignani, di quattro coppie di studenti dell’Ipsia, l’Istituto superiore di Chieti che offre anche un corso di studi dedicato alla moda. Tre delle quattro studentesse, accompagnate da altrettanti colleghi, hanno indossato ciascuna, su un abito di colore azzurro, un drappo bianco, verde e rosso. Nella quarta coppia la studentessa, su un abito bianco, ha indossato la bandiera tricolore che successivamente, nel corso della cerimonia, è stata utilizzata per l’alza bandiera alla villa comunale, dinanzi al monumento ai caduti. La cerimonia è stata accompagnata nelle diverse fasi dalla musica di note colonne sonore come ”Il gladiatore”, ”L’ultimo dei Mohicani”, ”Il signore degli anelli” e Pacific”. Dinanzi al monumento ai caduti sono stati eseguiti l’Inno di Mameli, che tutti hanno cantato, e ,quando il prefetto Antonio Corona ha deposto una corona di alloro, è stato suonato “Il Silenzio” . Voce narrante della manifestazione è stato l’attore e regista teatrale teatino Giancamillo Marrone che ha declamato l’orazione pronunciata da Giosuè Carducci a Reggio Emilia nel 1897.Presenti tanti bambini delle scuole cittadine che hanno sventolato piccole bandiere tricolore. Lungo corso Marrucino per tutta la mattinata il pubblico ha potuto visitare gli stand allestiti da carabinieri, polizia di Stato, guardia di finanza, polizia penitenziaria, esercito, forestale, polizia municipale, vigili del fuoco. Consegnate anche le medaglie d’onore conferite ai deportati e agli internati nei lager nazisti. Nicola De Luca di Chieti, 100 anni e 2 mesi compiuti l’ha ritirata personalmente, alla presenza della moglie Eleonora e del figlio Giovanni. Medaglia anche a Giuseppe Salvatore di Crecchio, ritirata dal nipote Giuseppe. Medaglie alla memoria a Rocco Di Lisio di Giuliano Teatino ritirata dal figlio Giacomo, e Alfredo Di Ilio di San Giovanni Teatino ritirata dal figlio Enzo. Alla manifestazione hanno partecipato diversi sindaci del chietino, che hanno indossato la fascia tricolore, con i gonfaloni dei rispettivi Comuni.

TERAMO :

A Teramo il sindaco Maurizio Brucchi durante la solenne cerimonia ha detto che “In questo 2016 si celebrano i 70 anni dalla proclamazione della Repubblica. Una coincidenza che non vogliamo rilevare come mera casualità ma che intendiamo sottolineare per aggiungere ulteriore significato e valore a questa data.Molte sono state le occasioni per mezzo delle quali si è celebrata, a livello locale e nazionale, tale ricorrenza e con forza è emerso un rinvigorito senso di appartenenza al nostro amato, ma anche travagliato Paese. Oggi pertanto, la celebrazione della Repubblica, può e deve ispirarsi ai tanti significati che ci legano al Tricolore e che da questo sono mirabilmente espressi.Il 2 giugno del 1946 gli italiani scelsero la forma istituzionale che ci ha consegnato il Paese fondato sulla libertà e sulla democrazia. Da quella scelta nacque la Costituzione, unanimemente riconosciuta tra le più avanzate del mondo. Dovremmo ricordarlo, ogni volta che assistiamo all’amaro tentativo di svuotare di significato la Legge, che regola la vita pubblica e istituzionale dell’Italia.  La Costituzione è invece la nostra bussola e bisogna guardare al modo con cui i Padri la scrissero: per superare, pur nella dialettica e nel confronto, i particolarismi e le tentazioni di divisione.Certo, rispetto ad allora i tempi sono mutati e urgenze all’epoca inesistenti, oggi sono all’ordine del giorno.Credo, in questo senso, che per dare il significato più giusto a giornate come l’odierna, sia il caso di additare quelle realtà che, a mio parere, non sono ancora pienamente iscritte nell’insieme dei valori di solidarietà e giustizia che invece hanno informato l’azione repubblicana sin dal suo sorgere. Mi riferisco a quei segmenti del tessuto socialeche si trovano in uno stato di sofferenza, di mancanza di adeguata tutela, di rischio di isolamento. Parlo della Famiglia, delle donne, dei bambini, dei disabili, degli anziani, così come mi riferisco – più in generale – a chi si impegna nel sociale, a chi fronteggia l’angoscia della povertà o del disagio, ai migranti, nostri ospiti non ancora definiti nel loro status giuridico e sociale.Tra i pilastri che il 2 giugno ci ha consegnato, quello della solidarietà ha consentito all’Italia di diventare trai paesi più avanzati; non dimentichiamolo e anzi, laddove è necessario, riscopriamolo.Ma c’è altro. La Repubblica Italiana si è distinta, in questi 70 anni, per il vincolo tra Stato e cittadini; un vincolo non privo di criticità ma sempre ispirato ad un radicato senso di appartenenza e condivisione. Purtroppo questo ultimo aspetto sta manifestando crepe insidiose… Pace sociale, accordo civile, unità: su queste basi si è alimentata la nostra democrazia, ma ci sono evidenti segnali di cedimento. E’ compito delle istituzioni, allora, ridestare negli italiani un senso tangibile di credibilità, di affidamento, di fiducia. Il Paese ha bisogno di guide, e deve riconoscere alla classe dirigente, quando questa sa dare prova di sé, il ruolo che si assume.La forza delle istituzioni – da quelle centrali a quelle del territorio – si misura nella autorevolezza e nella fiducia che in esse ripongono i cittadini.  La Repubblica Italiana, al di fuori della retorica, dà segnali contrastanti: talvolta sembra cristallizzata in una staticità che fa pensare alla peso dei suoi 70 anni; tal altra sprigiona energia vitale e ridente, come quella dei piccoli che sono qui a cantare il nostro inno nazionale. L’una e l’altra sono due ricchezze e danno il valore di ciò che siamo.Facciamone tesoro.Viva l’Italia, viva la Repubblica, viva Teramo “.

MONTESILVANO :

A Montesilvano il sindaco Francesco Maragno insieme ai rappresentanti delle autorità militari e delle associazioni combattentistiche e d’Arma ha deposto una corona di alloro presso il Monumento ai Caduti di piazza Indro Montanelli. Dopo la deposizione della corona, benedetta da don Lorenzo e la lettura della Preghiera per la Patria e della motivazione della Medaglia d’oro al Milite Ignoto, il sindaco ha pronunciato il suo discorso.

Il sindaco Maragno ha detto che “Il 2 giugno del ’46  sono stati consolidati quei valori di unità, uguaglianza e fraternità, cercati e difesi nella Resistenza e poi rinsaldati nella Costituzione. I nostri Padri Costituenti hanno avuto la lungimiranza di fondare la società sui principi di rispetto e pari opportunità. Sono trascorsi 70 anni dalla fondazione della Repubblica ed è sempre più doveroso consolidare la nostra identità e fortificare il senso di appartenenza al nostro Paese. Dobbiamo farlo per noi stessi e ancor di più per i giovani, perché conoscano le loro origini, e comprendano l’importanza dei valori che animano la nostra Costituzione e che ci rendono cittadini responsabili. La nostra Amministrazione  –  ha concluso –  è profondamente convinta che il senso di appartenenza ad una comunità, il rispetto per i principi  di cittadinanza attiva siano i principali strumenti per continuare a fortificare quei valori che per la prima volta sono stati riconosciuti proprio con la proclamazione della Repubblica Italiana”.

CELANO :

A Celano la festa della Repubblica è stata celebrata alla presenza delle massime autorità civili e militari, delle associazioni e di tanti giovani per ricordare i 70 anni trascorsi da quel 2 giugno 1946, in cui ebbe luogo il referendum popolare, con il quale l’Italia scelse di diventare una Repubblica.La giornata ha avuto inizio con la consegna da parte dell’Amministrazione comunale  di una copia  della Costituzione ai neodiciottenni. La semplice ma significativa cerimonia si è svolta nella sala consiliare del Municipio dove sono stati accolti i 111 neomaggiorenni che hanno seguito con attenzione lo svolgimento degli interventi del Sindaco Settimio Santilli e dell’On. Filippo Piccone. La Costituzione rappresenta la sintesi più alta delle regole di convivenza di una comunità. La consegna della Costituzione è anche un modo per avvicinare i giovani alla conoscenza delle regole che governano la vita sociale, politica e civile del paese. Nel corso della cerimonia spazio anche alla solidarietà, con una esauriente illustrazione da parte di Dora Ruscio dell’Avis di Celano.La celebrazione è proseguita poi in Piazza IV Novembre con la deposizione di una corona al monumento ai caduti di tutte le guerre e con il discorso celebrativo tenuto dal sindaco Santilli.

Gigliola Edmondo: