Sulmona: 43enne minaccia moglie con machete

Un 43enne albanese è stato arrestato dalla polizia con l’accusa di maltrattamenti in famiglia: ha minacciato di uccidere la moglie a Sulmona con un machete.

La donna era partita da Reggio Emilia, dove viveva col marito, per rifugiarsi a Sulmona con la speranza di riuscire a sfuggire alle continue violenze del marito. L’uomo ha però raggiunto il capoluogo peligno, minacciando di uccidere la moglie con un machete, se non si fosse decisa a tornare con lui a Reggio Emilia.

La polizia di Stato ha pertanto eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 43enne albanese, pregiudicato per reati contro la persona, responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia e minaccia aggravata nei confronti della moglie e delle due figlie di 13 e 14 anni. La misura è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Sulmona, Giovanna Bilò, su richiesta del procuratore della Repubblica, Giuseppe Bellelli.

L’inchiesta è cominciata all’indomani del 1° settembre scorso, quando la donna si è presentata presso il commissariato di Sulmona, dicendosi in pericolo di vita, dopo anni di violenze subite dal marito. Per sfuggirgli, dopo un breve soggiorno in Albania ad agosto, mamma e figlie non erano tornate a Reggio Emilia, ma si erano rifugiate presso alcuni parenti in Abruzzo. L’aguzzino le ha raggiunte, minacciando di ucciderle con un machete, qualora non fossero tornate in Emilia con lui. Nei giorni successivi alla denuncia, i familiari della donna hanno saputo da conoscenti connazionali che l’uomo si stava procurando una pistola e hanno ricevuto su Whatsapp un video del cognato in cui si incideva il braccio con un coltello, minacciando apertamente di morte la moglie. Di qui l’intervento dell’autorità giudiziaria.

Raggiunto dai poliziotti di Reggio Emilia, il 43enne è stato trovato in procinto di partire per Sulmona: nella sua auto, oltre ai bagagli, l’uomo aveva con sé un grosso coltello a scatto.

Attualmente è rinchiuso nel carcere di Reggio Emilia, mentre la donna e le due figlie sono in una struttura protetta.