Sanitopoli, sentenza di appello bis per Del Turco a Perugia

Sanitopoli: appello bis oggi a Perugia sulla associazione a delinquere per Del Turco, Cesarone e Quarta. Resta ferma la condanna per induzione.

Per la Sanitopoli abruzzese processo d’Appello bis oggi in Corte d’Appello a Perugia. Nel dicembre scorso la Cassazione, nel confermare la condanna dell’ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco per induzione indebita (a 4 anni e 2 mesi), aveva annullato con rinvio al processo odierno la condanna d’appello per l’accusa di associazione a delinquere. Un reato, quest’ultimo, contestato anche all’ex segretario generale della presidenza della Giunta regionale, Lamberto Quarta e all’ex consigliere regionale Camillo Cesarone.

REATO PRESCRITTO -Il nuovo processo a carico dei tre imputati, era comunque destinato a non avere particolare rilievo, in quanto il reato associativo si è già prescritto proprio nelle scorse settimane. Il sostituto procuratore generale Giuliano Mignini, in una breve requisitoria, ha chiesto l’assoluzione ai sensi dell’articolo 530 comma 2 del codice di procedura penale per insufficienza di prove. A nome delle parti civili, l’avvocato Tommaso Marchese, nel prendere atto dell’avvenuta prescrizione del reato associativo, ha concluso per il risarcimento del danno a carico degli imputati. Dopo le arringhe difensive è iniziata a mezzogiorno la camera di consiglio.

 

LA SENTENZA- Il dispositivo, composto da poco più di due pagine, stabilisce l’assoluzione di Ottaviano Del Turco, Camillo Cesarone e Lamberto Quarta dal reato associativo perché il fatto non sussiste e, per l’effetto, ridetermina la pena inflitta per la condanna di induzione a Del Turco in 3 anni e 11 mesi, a Camillo Cesarone in 3 anni e 9 mesi e a Bernardo Mazzocca in 2 anni di reclusione in relazione ai residui reati rispettivamente ascritti. Sostituisce, inoltre, la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai Pubblici Uffici applicata a Del Turco e Cesarone con l’interdizione per la durata di 5 anni. Applica a Del Turco, Cesarone e Mazzocca il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per la durata della pena principale loro inflitta. Condanna, inoltre, Del Turco e Cesarone, in solido tra loro, al risarcimento del danno non patrimoniale in favore della Regione Abruzzo, danno che liquida in complessivi 700 mila euro con ripartizione interna del 70% a carico di Del Turco del 30% a carico di Cesarone. Condanna inoltre Cesarone al risarcimento del danno non patrimoniale alla Regione Abruzzo, relativi ad altri capi d’imputazione, danno che liquida in complessivi 30 mila euro. Condanna Mazzocca al risarcimento del danno non patrimoniale in favore della Regione Abruzzo, danno che liquida in complessivi 20 mila euro. Condanna, ancora, Del Turco, Cesarone e Mazzocca a risarcire i danni patiti da Angelini da quantificarsi in separato giudizio. Tra le altre decisioni la compensazione del 50% delle spese di difesa sostenute dalla parte civile Regione Abruzzo e la condanna per Del Turco, Cesarone e Mazzocca al pagamento della restante quota che liquida in 1.400 euro, delle spese di difesa sostenute nel presente grado di giudizio dal Fallimento Angelini Maria Vincenzo che liquida in 1500 euro e da Angelini Maria Vincenzo  che liquida in 1500 euro. Entro 90 giorni le motivazioni.

EX PM TRIFUOGGI: “SENTENZA CONFERMA TANGENTI E CONCUSSIONE”:

”Non ho altro da aggiungere rispetto a quello che già dissi dopo la sentenza della Cassazione, e cioè che il passaggio di denaro c’e’ stato, e questo conferma la correttezza del processo”.

Commenta così l’ex procuratore capo della Procura di Pescara, Nicola Trifuoggi, che insieme ai pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli, diede vita al processo sulla Sanitopoli abruzzese.

“Come avevo già affermato la Corte d’Appello di Perugia ha solo ricalcolato la pena dopo che era stato cancellato il reato di associazione per delinquere, ma si tratta di un argomento tecnico che ha solo rimodulato la condanna, condanna a 3 anni e 11 mesi che ora è definitiva e quindi andatevi a rileggere quello che dichiarai lo scorso dicembre che confermo in toto”, chiude Trifuoggi. Trifuoggi aveva commentato la sentenza della Cassazione spiegando che ”Sento che c’e’ gente che si accontenta del fatto che e’ caduto il reato di associazione per delinquere: ma quello non era il reato piu’ grave, visto che e’ un reato che prevede cinque anni, mentre per le tangenti la pena massima e’ a otto anni. Quindi la concussione e’ evidente e definitivamente accertata. Presunte tangenti? No, chiariamolo una volta per tutte: sono tangenti. E per quanto riguarda le prescrizioni siamo di fronte ad un’ulteriore sconfitta della giustizia”.

Carmine Perantuono: Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.