Riordino Province, no a chiamata diretta dalla Regione

Riordino delle Province: decade la delibera che avrebbe permesso l’assunzione tramite chiamata diretta da parte della Regione, del personale in esubero delle Province.

In Abruzzo saranno circa 700 i dipendenti delle quattro Province in esubero su 1.425, che dovranno cioè essere trasferiti alla Regione, ma anche ai Comuni ed altri enti abruzzesi.

Il processo di riordino degli enti provinciali voluto dalla riforma del ministro Graziano Delrio, che sancisce la fine delle Province, è ancora complesso. Si lavora per trovare non solo le risorse a sostegno di quelle funzioni che dovranno ora essere gestite ex novo dalla Regione, come i Centri per l’impiego e le biblioteche provinciali, ma anche per non lasciar nessun lavoratore senza una collocazione.

Dopo la promulgazione della legge regionale sul riordino delle funzioni amministrative delle Province lo scorso 20 ottobre, ora è corsa contro il tempo per arrivare almeno a una definizione di massima entro la fine di quest’anno.

Se ne è parlato oggi in una conferenza dei capigruppo in consiglio regionale, dove a tenere banco è stato anche il malumore per una delibera che prevede la chiamata diretta del personale da parte della Regione. Delibera contro cui si sono alzati gli scudi delle opposizioni e adesso, come dice il coordinatore dell’Osservatorio sulle Province Giovanni Lolli, è “autodecaduta”.

Agricoltura, Formazione professionale e Genio civile: saranno questi i tre settori interessati dai primi trasferimenti di personale dalle quattro Province abruzzesi alla Regione Abruzzo. Riguarderanno un centinaio di dipendenti, a cui si aggiungono circa 45 che, a oggi, negli enti provinciali si occupano di funzioni generali. A fornire gli elenchi dei dipendenti dovranno essere le Province, entro il 31 ottobre, anche se è probabile una proroga a fine novembre.

Servizio su riunione sul riordino delle  Province:

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Marianna Gianforte: