Profughi a Pescasseroli, Dacia Maraini vicina di casa

Dacia Maraini va a trovare 47 profughi suoi vicini di casa a Pescasseroli: “Accolti bene. Integrazione intelligente e organizzata”

Non fanno paura, anzi sono ormai parte integrante della vita della capitale del Parco nazionale d’Abruzzo, Molise e Lazio, i 47 profughi africani ospitati in un albergo di 15 stanze, lo Scoiattolo di Pescasseroli. Hanno fra i 18 e i 25 anni. Tra i residenti e vicini di casa anche Dacia Maraini, che ha raccontato in un reportage pubblicato ieri sul “Corriere della Sera” (foto da Corriere.it) il suo incontro con questa comunità, e le ore trascorse con loro per cercare di capire. «Il problema dei migranti rimane astratto finché non ci si rende conto che prima di ogni questione ideologica o sociale, si tratta di persone e le persone vanno viste da vicino, conosciute e ascoltate», ha scritto la Maraini.

La scrittrice tocca con mano lo spirito di vera accoglienza che si respira non solo tra i volontari dell’associazione, MamaAfrica. A Pescasseroli ha poco a che vedere con il tanto demonizzato business dell’accoglienza. Arrivano 35 euro al giorno per rifugiato. Di questi 2 euro e 50 vanno alla persona, il resto serve per pagare le spese di soggiorno, vitto e alloggio.

Nella piccola comunità convivono musulmani e cristiani. Tutti chiedono il permesso di soggiorno, anche provvisorio, che -spiega la scrittrice sul Corriere “la questura dell’Aquila generosamente concede quasi subito mentre altrove ci vogliono da 7 a 8 mesi. Nel frattempo sono costretti a non fare niente, rimanendo pigiati nei centri di accoglienza, sbattuti a volte di qua e di là secondo le richieste e le intolleranze dei vari Comuni. Pescasseroli con i suoi 2.000 abitanti — che nei periodi di festa diventano 30.000 — sta dando un esempio di buona politica dell’accoglienza. Se tutte le piccole città, i paesi e i borghi italiani facessero lo stesso il problema dell’immigrazione sarebbe risolto”.

Carmine Perantuono: Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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  • Sono pienamente d'accordo con Dacia Marini e il suo progetto di ripopolamento dei territori abbandonati,ovvero la riqualificazione ambientale del nostro Paese con l'aiuto e il lavoro degli immigrati e il denaro?quello che il Governo sperpera per ogni immigrato mantenendo solo le Cooperative.. Abbiamo già esempi di riqualificazione di ambienti degradati diventati oggi realtà produttive. Perché allora non unire italiani e immigrati secondo progetti ben mirati volti al riscatto generale: delle persone del territorio e dell'intero Paese.noi Italiani avremmo un Paese che si ricostruisce, che riscatta le sue debolezze dall’incuria di Governi inefficienti e corrotti. E contemporaneamente realizziamo quello che sembrava impossibile: rendere gli immigrati una risorsa e arrivare all’integrazione che porta la pace e la prosperità … per tutti.