Pescara, stasera “Vittoria al Colonna”

“Vittoria al Colonna” stasera alle 19. Al Museo Vittoria Colonna verrà presentata un’opera pittorica raffigurante la Marchesa di Pescara.

L’opera è una pregevole replica sei-settecentesca di un dipinto, degli inizi del XVI secolo, realizzato da Sebastiano del Piombo. A fare gli onori di casa l’Assessore alla Cultura del Comune di Pescara Giovanni Di Iacovo.

“Da sempre gli uomini hanno provato sentimenti, emozioni di fronte alle opere d’arte siano state esse pitture, sculture, architetture, manufatti di vario genere”. Partendo da questo presupposto Loris Di Giovanni, Responsabile Provinciale Cultura UNPLI Pescara, presenterà l’opera spiegando la sua poetica ed indagando il contesto sociale e storico in cui la stessa è stata prodotta. Sul soggetto di questo dipinto si sono addensati molti enigmi. Dapprima fu identificata come la Fornarina, amante di Raffaello, in seguito vi è stata riconosciuta Vittoria Colonna, ritenendo che il ritratto fosse stato impostato da Michelangelo, amico della poetessa, ed eseguito da Sebastiano del Piombo fino ad ipotizzare la figura di Francesca Ordeaschi. Sicuramente la figura ritratta è riferibile ad una poetessa. Paolo Giovio fu ospite di Vittoria Colonna, vedova dal 1525 del Marchese di Pescara, nel soggiorno sicuro di Ischia, dopo il Sacco di Roma (maggio 1527). Ebbe così l’occasione di osservare da vicino l’erudita poetessa. Diceva il Giovio, che di notevole Vittoria possedeva soprattutto gli occhi, le mani e i seni. I suoi capelli, pur essendo neri brillavano stranamente di riflessi biondi, gli occhi color dell’ebano, non folleggianti ma leggiadrissimi, adorni di lunghissime ciglia ricurve, erano sormontati da perfette sopracciglia separate una dall’altra, il che è segno di fronte leale, leggermente arcuate e terminanti insensibilmente. Da queste parole è facile riconoscere, nel dipinto, la Vittoria Colonna. Riservata e profondamente religiosa, la Poetessa, sembra fatta per irritare e indurre in errore i meno superficiali, ma basterebbe considerare un po’ più amorevolmente la sua disavventura coniugale, seguire le tracce del suo unico e grande amore, labili orme reperibili nei sonetti e nella corrispondenza dell’età giovanile e della vedovanza, per meglio conoscerla e dissipare ogni diffidenza, ogni sospetto riguardo alla gentilezza e alla dolorosa sensibilità del suo animo.

E’ qui che entrerà in scena l’attrice e scrittrice Franca Minnucci, che coinvolgerà il pubblico nella declamazione di alcuni versi composti dalla grande poetessa. La serata proseguirà con musicista Alan Di Liberatore che eseguirà, al violoncello, la Suite per Violoncello Solo n.3 di J.S.Bach. Il dipinto è in esposizione per gentile concessione dell Galleria Zonin Antichità di Pescara.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.