Pescara: sit-in sul Ponte del Mare per fermare la barbarie a Gaza

Anche Pescara si è unita al coro di manifestanti a sostegno della missione umanitaria della Global Sumud Flotilla per fermare la barbarie in atto a Gaza. Sul Ponte del Mare sit-in di manifestanti con le bandiere della Palestina e della pace

Alle 17,30 manifestanti con bandiere della Palestina, bianche e della pace si sono dati appuntamento a Pescara e hanno attraversato il Ponte del mare, dando vita al sit-in per chiedere di fermare la barbarie in atto a Gaza.

Organizzata dalla Cgil, l’iniziativa ha raccolto numerose adesioni tra cittadini e associazioni, anche a sostegno della missione umanitaria della Global Sumud Flotilla, diretta verso Gaza per portare aiuti umanitari alla popolazione civile, ridotta allo stremo.

«Sosteniamo con convinzione questa missione, perché crediamo che sia dovere di chi ha a cuore la pace e i diritti umani non restare indifferente di fronte a un assedio che sta devastando un intero popolo», ha dichiarato Carmine Ranieri, segretario regionale della Cgil per Abruzzo e Molise. «Serve un’azione forte della comunità internazionale, serve una pressione dell’opinione pubblica. Non possiamo assistere passivamente a bombardamenti, morti, fame e distruzione. Chiediamo il cessate il fuoco, la protezione dei civili, l’ingresso immediato degli aiuti umanitari, la fine dell’occupazione e un processo reale verso una pace giusta e duratura».

Dopo il raduno dei manifestanti alle 18 si è formata una catena umana che ha percorso il Ponte del Mare al grido di “Palestina libera”.

Presenti alcuni amministratori locali ed esponenti di associazioni, cittadini, la Fnsi (federazione nazionale stampa italiana) e lo SGA (sindacato giornalisti abruzzesi).

«Siamo al fianco della Global Sumud Flotilla che ha già iniziato il suo viaggio e siamo qui per dire basta al massacro di civili a Gaza, ma anche di giornalisti e oggi c’è qui anche la Federazione nazionale della Stampa», ha continuato Carmine Ranieri. «È necessario che il Governo italiano e l’Europa sospendano gli accordi di cooperazione con Israele perché sta compiendo violazioni del diritto internazionale, non si può usare come arma di guerra la fame.»

Anna Di Giorgio: