Pescara, di alterno c’è solo la qualità dell’aria

targhe alterne

Pescara, di alterno c’è solo la qualità dell’aria: le targhe (almeno per ora) restano free way. Il problema inquinamento però non è risolto.

Ragionando sulla misura antismog più veloce della storia, due giorni due di targhe alterne, emergono altre domande da aggiungere alle dieci già pubblicate. Ma prima qualche considerazione sullo stop alternato disposto dal sindaco Alessandrini (in compagnia del – quasi – solo vicesindaco Del Vecchio), decisione che aveva fatto infuriare anche molti commercianti, spaventati dalla possibile flessione degli affari proprio nei giorni dei saldi. Il piano contro le polveri sottili, ispirato all’austerity degli anni Settanta (quando però a frenare il traffico era la crisi petrolifera), individuava nella circolazione alternata tra targhe pari e dispari di auto e moto il sistema per calmierare le micro polveri e soprattutto il famigerato Pm10. Lo stop a metà del parco auto cittadino – con varie eccezioni – non sembra aver prodotto risultati duraturi, con l’aggiunta che ora anche questa freccia s’è spuntata e il sindaco si trova di nuovo a pescare nella faretra, col rischio di non trovarci un tubo. Che qualcosa vada fatto è ovvio, visto che affidarsi alle isterie del clima non pare comunque una buona idea; al pari dei più blandi, e inutili, provvedimenti precedenti, che in pratica avevano fermato solo i bidoni a motore. Sulle targhe alterne si era pure rischiata la spaccatura politica interna al Pd, ricomposta alla bell’e meglio in un clima abbastanza teso. Fermo restando che, come abbiamo sempre detto in questa sede, il cittadino che voglia tenersi informato sulla qualità dell’aria di Pescara può sempre consultare il sito dell’Arta (che riporta i dati registrati dalle nove centraline di rilevamento), noi abbiamo altre domande da aggiungere alle precedenti:

1) Se le targhe alterne hanno funzionato (come sembra confermato dai valori relativi ai giorni a seguire) perché sono state cassate dopo una sola settimana? 2) Se invece si ritiene che l’unico artefice della respirabilità dell’aria sia Eolo, perché adottarle? 3) Possiamo permetterci di andare avanti per tentativi, senza considerare ciò che è già accaduto in altre città (dove le targhe alterne non hanno funzionato)?
A ben pensarci, un’altra domanda ci sarebbe: provvedimenti tampone a parte, esistono misure strutturali e non dettate solo dall’emergenza per immaginare un futuro diverso da quello della maschera antismog? Secondo la Federazione regionale degli Agronomi e Forestali sono gli alberi che potrebbero alleviare il carico di polveri sottili, ma occorrerebbe pensare ad una strategia nel lungo periodo, riprogettando la città. Come dicevano i nostri nonni – che in macchina ci salivano molto meno, ma per altre ragioni – “prima cominci e prima ti spicci”.

dieci domande sull’aria di Pescara