Coronavirus: l’assessore-medico Liris risponde alle critiche

Coronavirus Abruzzo: dopo alcuni giorni di silenzio Guido Quintino Liris risponde con una articolata nota alle accuse sul doppio ruolo di medico e assessore regionale.

 

“Il mio incarico alla Asl è completamente gratuito. Torno a fare il lavoro che amo per dare una mano in questa drammatica pandemia ma il mio impegno in Regione non è mai venuto meno e mai lo sarà. Non avrei minimamente immaginato che un atto di generosità e di disponibilità, in un momento di così tragica emergenza, che mi ha visto finora in silenzio in prima linea, avesse bisogno di spiegazioni e di pubblicità, e che navigati esponenti politici si potessero avventurare nel parlare, senza avere le carte in mano. In tal senso, ritengo che una richiesta di accesso agli atti sarebbe stata opportuna: è apprezzabile la posizione del consigliere regionale del Pd, Silvio Paolucci che, invece, sul punto è stato molto più prudente. Siamo di fronte ad un’epidemia che ha valicato i confini tra Stati e Continenti a tal punto da essere definita dall’organizzazione mondiale della sanità una “pandemia”. Sono un epidemiologo, c’è molto da fare e quindi ho pensato di rendermi utile interrogando per settimane esperti della PA per individuare un percorso legittimo e corretto, senza alcun guadagno per la mia persona; così, da subito ho chiesto che il mio impegno fosse considerato volontario e gratuito. Pertanto, in questa vicenda anacronistica, nella dolorosa condizione che viviamo, è necessario fare alcune precisazioni, rispondere alle sollecitazioni che nei giorni scorsi mi sono arrivate e fare chiarezza rispetto ad accuse ed illazioni che comunque non scalfiscono la mia moralità e la mia professionalità. In premessa sottolineo: voglio fare il lavoro che amo, capisco che per i leoni da tastiera stare a casa tutto il tempo non sia semplice e che, in un momento in cui tutti scappano, non sia facilmente comprensibile una scelta contraria. Ma ci sarà tempo per pensare a questo, non oggi che si sta consumando una catastrofe che va aldilà di ogni barriera, confine o fazione politica, sociale e generazionale.

Prima falsità: sovrapposizione di incarico e stipendi.
Nell’ipotesi di un mio impegno part-time all’interno della Asl, avrei perso buona parte dell’indennità che ora percepisco in qualità di Assessore. A fine mese, avrei percepito molto meno, ma lo avrei fatto volentieri per una giusta causa. Nessuno sa, però, che per evitare dispute giuridiche che avrebbero sottratto tempo prezioso, tanto all’Azienda quanto alla Regione Abruzzo (pur avendo in mano pareri di giuristi molto qualificati che escludono qualsiasi forma di incompatibilità) ho formalizzato, ben prima dell’inizio delle sinistre polemiche, una dichiarazione con cui garantisco la gratuità delle mie prestazioni professionali. Consiglio di congedare l’intelligence rossa, che troppo spesso si rivela impreparata ed autolesionista.

Seconda falsità: Liris non va in corsia ma svolge attività amministrativa.
Qui siamo all’ignoranza in materia. Un epidemiologo non deve intubare i pazienti in terapia intensiva, ha altri compiti: la mia corsia è l’ospedale, la mia professionalità riguarda la gestione dell’epidemia, del contagio, del rischio, delle misure igienico-sanitarie, della gestione dei posti letto, del personale, degli spazi, dei percorsi sporco/pulito. Sono un medico della Prevenzione che ha alle spalle studi e docenze di management sanitario, sono un medico del Lavoro, che conosce l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale e i documenti di valutazione del rischio. Ricordo che il 20 febbraio scorso, quando in pochi sapevano cosa fosse il Covid-19, sono stato oggetto di attacchi ed ironie perché avevo invitato all’utilizzo delle mascherine all’interno degli spazi regionali affollati. In molti, da allora, mi hanno già chiesto scusa.

Terza falsità: non sono conciliabili i ruoli di medico e assessore in termini di tempo.
Il mio lavoro da Assessore è sotto gli occhi di tutti, basta verificare la produzione degli atti e la mia presenza, anche fisica, in Regione Abruzzo. Lavorerò in ospedale fuori dalla mia attività di Giunta che non verrà minimamente intaccata, né nella quantità né nella qualità. Non ultimo, è l’aspetto per cui il mio impegno è limitato al periodo dell’emergenza, come si evince chiaramente dalla documentazione in possesso della Asl e di cui qualcuno avrebbe potuto e dovuto prendere visione prima di urlare alla luna.

Quarta falsità: questo è un modo per acquisire ruoli all’interno della Asl.
L’Ospedale è la mia casa, perché lì sono cresciuto professionalmente, ho studiato e lavorato, e dove un giorno vorrò tornare: lì c’è una parte importante della mia storia, di medico e di uomo. Mi occupavo di prevenzione dei tumori e screening sulla popolazione: non c’è nulla di più gratificante nell’evitare il pericolo di una patologia riducendone il rischio. Questo è il compito di epidemiologi, igienisti, medici della prevenzione e del lavoro. Non operano in sala operatoria, ma vedono ed analizzano il pericolo sanitario prima degli altri e sono preparati per prevenire e gestire il rischio. Ecco perché sono determinanti in questa fase, ecco perché i medici di Bergamo lamentano la mancata gestione dell’emergenza lombarda da parte di epidemiologi”.

 

 

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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.