Inquinamento del Fiume Pescara: 14 indagati

Conclusa l’inchiesta sull’inquinamento del Fiume Pescara. Le indagini hanno portato al sequestro degli scolmatori e degli scarichi: 14 gli indagati.

Stamani le notifiche degli avvisi di garanzia ai 14 indagati  (a vario titolo) dell’inchiesta della Procura del capoluogo adriatico relativa all’inquinamento del fiume Pescara e affluenti del suo tratto finale. Coinvolte nell’inchiesta due societa’. Effettuato anche il sequestro preventivo dello scolmatore B0 della Madonnina, al porto canale di Pescara, alla presenza di numerose forze dell’ordine, con imbarcazioni e un elicottero. Sequestrati anche altri due scolmatori ed un’altra decina di scarichi nel fiume, tra i quali anche uno a ridosso del mattatoio.

I dati conclusivi dell’indagine sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa del procuratore capo Massimiliano Serpi. Delle indagini si sono occupati i militari della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera, dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) del Gruppo Carabinieri Forestale e del Reparto Operativo Aeronavale (ROAN).

Una conferenza stampa per non creare facili allarmismi e fare chiarezza su un’operazione che ha a che fare con fatti accaduti nel passato e che non hanno nulla a che fare con la qualità odierna dell’acqua. Lo ha voluto fermamente precisare il Procuratore Capo della Repubblica di Pescara Massimiliano Serpi e con lui anche il comandante della Direzione Marittima Donato De Carolis il quale ha, anzi, sottolineato come questa misura cautelare consentirà un costante e tempestivo monitoraggio dei flussi di portata. In particolare gli scolmatori alla foce del fiume in passato hanno scaricato acque reflue piuttosto che acqua piovana creando non pochi problemi. I reati contestati a vario titolo vanno dall’inquinamento ambientale, alla gestione illecita e deposito incontrollato di rifiuti, all’inadempimento e frode in pubbliche forniture , plurimi sversamenti fino alla responsabilità amministrativa di persone giuridiche a seguito di reato. L’indagine, lo ricordiamo, é partita circa tre anni fa a seguito dei rilevamenti choc sull’inquinamento del fiume e di conseguenza anche del mare.

Dodici persone e due societa’ sono coinvolte nell’inchiesta della Procura del capoluogo adriatico relativa all’inquinamento del fiume Pescara e affluenti del suo tratto finale. I 14 indagati sono: Pierluigi Caputi e Luciano Di Biase, entrambi coinvolti in qualita’ di Commissario Unico Straordinario degli Enti d’Ambito della Regione Abruzzo, il primo in carica fino al 13 aprile 2016 e il secondo a partire dalla stessa data; Ezio Di Cristoforo e Vincenzo Di Baldassarre, entrambi in qualita’ di amministratori e legali responsabili dell’ente gestore Aca Spa, il primo dal dicembre 2008 al novembre 2013 e Di Baldassarre dal novembre 2013 al settembre 2016; Bartolomeo Di Giovanni e Lorenzo Livello, il primo in qualita’ di direttore generale e responsabile dei settori Progettazione e Depurazione dell’Aca Spa e il secondo in qualita’ di direttore tecnico dell’ente; Giovanni Di Vincenzo, legale rappresentante dell’Ati Di Vincenzo-Biofert Srl; Mario Adorante, responsabile tecnico della societa’ Di Vincenzo Dino & C. Spa; Alessandro Antonacci, in qualita’ di dirigente tecnico dell’Ato numero 4 Pescarese e di Responsabile Unico del Procedimento; Giuliano D’Alessio, in qualita’ di presidente del consiglio di amministrazione e legale responsabile della societa’ “Macellatori Teatini Societa’ Cooperativa”, che ha gestito il mattatoio pubblico di Pescara fino al marzo 2016; Mario D’Alessio e Francesca Gagliardi, il primo in qualita’ di direttore del mattatoio pubblico di Pescara, gestito dalla societa’ “L’arte della macellazione D’Alessio & C. Srl” a partire dal marzo 2016, e Gagliardi, amministratore unico della stessa societa’. Indagate anche la societa’ Aca e la societa’ “L’arte della macellazione D’Alessio & C. Srl”. Le accuse ipotizzate, a vario titolo, sono inquinamento ambientale, gestione illecita e deposito incontrollato di rifiuti, inadempimento e frode in pubbliche forniture, lesioni e plurimi sversamenti, alle quali si aggiungono le varie responsabilita’ amministrative delle persone giuridiche.

QUI LA CONFERENZA STAMPA INTEGRALE SU FACEBOOK DI RETE8

Il Forum H2O plaude all’iniziativa della Procura di Pescara che, si legge in una nota, “finalmente ha messo in campo forze importanti per evidenziare le criticità del fiume Pescara che sono sotto gli occhi di tutti da decenni. Le associazioni da sempre reclamano azioni forti e risolutive. Ricordiamo i dossier annuali sullo stato dei fiumi e gli esposti inviati anche alla Procura di Pescara proprio sulle condizioni del corso d’acqua pescarese alla foce, con concentrazioni rilevantissime di Escherichia coli (lettere del 23 maggio 2016 e del 06 giugno 2016). Purtroppo in quelle note facevamo rilevare che le criticità erano note a tutti. Ricordiamo anche la manifestazione di marzo 2016 a Pescara per il mare e fiumi puliti. Purtroppo dobbiamo constatare che quelle lettere e quelle iniziative, indirizzate in primo luogo agli enti pubblici a vario titolo responsabili, non hanno trovato che risposte vacue e che solo la Procura ha dato una risposta reale e concreta. La Magistratura non può fare le veci della pubblica amministrazione anche per la gestione di questioni ordinarie come la depurazione. Dovrebbe intervenire solo in casi estremi, mentre in Abruzzo quasi tutti gli agglomerati sono fuori norma non gestendo il carico di liquami prodotto dalla popolazione e dalle attività economiche che, quindi, in buona parte si riversa nei fiumi non depurati. Se pensiamo che nel Masterplan per i 5 km della fondovalle Sangro si sta spendendo praticamente una cifra dello stesso ordine di grandezza di quella destinata per la depurazione per l’intera regione, si offre il quadro delle vere priorità della politica. Siamo davanti ad una foto di un fallimento epocale a cui oggi anche la Magistratura ha messo il timbro. Ovviamente i tribunali accerteranno le responsabilità ma è fondamentale cambiare radicalmente approccio da parte delle amministrazioni”.

Il servizio del Tg8

Carmine Perantuono: Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.