A Casa D’Annunzio due scultori in mostra con “I canti della natura”

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Sebastiano A. De Laurentiis (recentemente scomparso) e Luigi D’Alimonte in mostra a Pescara, presso la Casa Natale di Gabriele d’Annunzio dal 6 novembre al 6 gennaio 2020 espongono nella mostra “I canti della natura”, a cura di Lucia Arbace.

La mostra propone una riflessione sull’attività di due artisti, di generazioni diverse, che maturato un rapporto speciale con la loro terra, facendo tesoro dei prodotti della natura per dar vita alle loro opere. Sono esibiti alcuni capisaldi dell’attività romana condotta negli anni Sessanta e Settanta da Sebastiano A. De Laurentiis (Roccascalegna 1938-2018): grafiche e sculture acquistate nel 2012 per la raccolta d’Arte contemporanea del MuNDA. Opera centrale dell’esposizione è una scultura nel 1965, dove «le uova rinserrate nel duro e spinoso filo di ferro… con esso si difendono e da esso vengono brutalmente mortificate. Tra pietà e dolore, tra protesta e sofferenza» (L. Tundo in Arte e Poesia). Le grafiche testimoniano la straordinaria padronanza della tecnica incisoria, che l’artista aveva approfondito presso la Calcografia Nazionale a Roma con Maurizio Calvesi. Notevoli le incisioni a più strati appartenenti alla serie I muri d’Italia, mentre in altri raffinatissimi cinque fogli affiora l’amore per la Natura, che dagli esordi agli ultimi anni non ha abbandonato De Laurentiis, operoso fino all’estate scorsa nella natia Roccascalegna. Del resto in tempi più recenti la ricerca dell’artista si è orientata verso un confronto costruttivo con lo straordinario paesaggio della sua terra, con suggestive proposte nel territorio solcato dai fiumi Sangro e Aventino, a est della Maiella, recepita dalle popolazioni come una sorta di grande madre. In mostra è anche un omaggio al grande fotografo Gianfranco Gorgoni, recentemente scomparso a New York, il quale ha documentato in particolare l’installazione “I Canti della terra” di Sebastiano De Laurentiis.

Di diverso tenore è l’attività di Luigi D’Alimonte (Pescara 1967, attivo a Cugnoli), che pure manifesta un grande amore per le sue montagne, utilizzando la pietra della Maiella, nella tipologia cosiddetta rustica e nell’altra detta paglierina, che diventa leggera come una carta da musica evocando flauti di Pan e soffi di vento. L’artista svuota la materia e la rende impercettibile, quasi diafana, generando forme di grande forza evocativa. Notevoli, tra gli altri suoi lavori, Un giro più della logica, Traslazione forzata verso il centro di due angoli opposti, Confezione ingannevole, Doppia coppia, i quali vengono però ora proposti senza titolo, esclusivamente con un numero. Viene così lanciata la sfida ad ogni potenziale ammiratore di questo scalpellino-artista, abile e tenace, figlio di una terra operosa, culla di antiche civiltà. Uscito allo scoperto da appena una decina d’anni, come scultore D’Alimonte è cresciuto nel tempo. Trovata la giusta strada, liberata la pietra da troppi ingombri, dismessi gli accenti virtuosistici, ormai sfiora la poesia.

Il servizio del Tg8

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.