Dopo il caso di Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, detenuto nel carcere di Rebibbia, che ha sollevato le criticità legate al gran caldo negli istituti circondariali, e l’appello del presidente Mattarella, il senatore del Pd Michele Fina in aula ha sollevato il problema delle case circondariali con situazioni inaccettabili, appellandosi alla politica che non può girarsi dall’altra parte
«Qui si muore di caldo, ma la politica dorme con l’aria condizionata»: è uno dei passaggi del diario di Gianni Alemanno sulla situazione a Rebibbia, dove l’ex sindaco di Roma è detenuto. Il diario è stato letto in aula dal deputato abruzzese Michele Fina del Partito democratico, intervenuto nel dibattito sulla riforma della separazione delle carriere.
Una presa di posizione che arriva dopo l’intervento del presidente della repubblica Sergio Mattarella sul sovraffollamento delle carceri e sulle varie problematiche.
Nel passaggio letto da Fina Alemanno descrive le condizioni alle quali i detenuti sono sottoposti.
A giugno, sono già state registrate cinque proteste carcerarie in tutto il paese, segnalando un malcontento crescente tra i detenuti. Sono state segnalate situazioni inaccettabili come detenuti malati di scabbia e una perdona anziana in attesa di domiciliari per reati risalenti a 15 anni fa.
Dati importanti anche sui suicidi, nel 2024 71 persone detenute si sono tolte la vita; nei primi sei mesi del 2025, 38.
Una situazione inaccettabile anche secondo Fina, e chi fa politica non può girarsi dall’altra parte, sostiene l’esponente dei dem.
