Il videomessaggio di Papa Leone XIV per la Partita del Cuore all’Aquila: «In un tempo di divisioni, di bombe e di guerre, è ancora possibile incontrarsi»
Un videomessaggio di Papa Leone XIV in occasione della “Partita del Cuore 2025 la rivincita” tra la nazionale cantanti e la nazionale politici, è stato trasmesso ieri sera durante l’incontro sportivo che si è svolto allo Stadio Gran Sasso d’Italia Italo Acconcia a L’Aquila.
«È ancora possibile incontrarsi, anche in un tempo di divisioni, di bombe e di guerre. È necessario costruire le occasioni per farlo. Sfidare le divisioni e riconoscere che questa è la sfida più grande: incontrarsi. “Partita” e “cuore” diventano così due parole da coniugare insieme. Ed è bello anche che questo avvenga in un evento benefico, sportivo e televisivo che raccoglie fondi per la vita, per la cura, non per la distruzione e la morte. Che venga una tregua, un tempo che fermi la
rincorsa dell’odio. È in gioco la nostra umanità. Partita significa, in questo caso, incontro. Un incontro dove anche gli avversari trovano una causa che li unisce: quest’anno, in particolar modo, quella dei bambini che chiedono aiuto, dei
bambini che arrivano in Italia da zone di guerra, e ai quali un progetto dell’Ospedale e della Fondazione Bambin Gesù e della Caritas Italia offre accoglienza. Sembra sempre più difficile, quasi impossibile, trovare spazi di ascolto per queste cose.
Ma mi viene in mente un’altra partita, quella raccontata in un film, Joyeux Noël, e in una canzone di Paul Mc Cartney, giocata il 25 dicembre 1914 da alcuni soldati (tedeschi, francesi e inglesi) nella cosiddetta tregua di Natale, nei pressi della cittadina di Ypres, in Belgio.
Lo Sport quando è vissuto bene da chi lo pratica e da chi fa il tifo ha questo di grande, che trasfigura lo scontro in incontro, la divisione in inclusione.
Le solitudini in comunità. E la televisione quando non è solo connessione ma comunione di sguardi può farci riscoprire come guardare gli uni gli altri. Con amore invece che con odio.
È significativo anche che a giocare oggi siano due squadre, una di politici ed una di cantanti. Ci dice che la politica può
unire invece di dividere, se non si accontenta della propaganda che si nutre della costruzione di nemici, ma si adopera
nell’arte difficile e necessaria del confronto, che ricerca il bene comune. E ci ricorda anche come la musica arricchisca di significato le nostre parole e i nostri ricordi; da quando abbiamo, bambini, iniziato a parlare e ricordare. I bambini, a cui questo vostro incontro è dedicato, queste cose le sanno. Hanno la purezza del cuore che permette loro di vedere Dio.
Auguro ad ognuno di voi e a tutti coloro che saranno uniti da questo evento, e aiuteranno il progetto che esso sostiene, di guardarli negli occhi i bambini e di imparare da loro. Di ritrovare il coraggio dell’accoglienza ed essere uomini e donne dell’incontro, che questa partita che parla di pace segni un punto a suo favore.»