L’Aquila: animalisti denunciano orrore in un’azienda agricola a Roio

«Animali morti e cani affamati, ma nessuno interviene»: all’Aquila gli animalisti denunciano l’orrore in un’azienda agricola a Roio

«Cavalli e altri animali morti, scheletri lasciati a marcire, divorati dai cani affamati che vagano senza microchip, senza sterilizzazione, senza alcuna tutela; cani lasciati a se stessi, pericolosi per loro stessi e per i cittadini»: è la denuncia del coordinamento Associazioni Volontari Abruzzesi Animali e Ambiente – L’Aquila che puntano il dito contro «l’ennesimo scenario da incubo presso l’azienda agricola di Roio, dove già a ottobre 2023 era emersa una scena raccapricciante e dove oggi nulla è cambiato».

La situazione è emersa da un intervento delle Guardie Zoofile Oipa e delle associazioni animaliste
dell’Aquila.

«Mentre tutto questo accade sotto gli occhi di tutti», afferma il coordinamento Associazioni volontari abruzzesi animali e ambiente, «il titolare dell’azienda continua a prendere nuovi cani. Da chi? Con quale autorizzazione? E soprattutto: perché, pur sapendo, nessuno impedisce tutto questo? Durante l’intervento di ieri, due cuccioli di pastore abruzzese, chiusi in un furgone, sono spariti nel nulla. “Li ha messi in sicurezza”, hanno detto le forze dell’ordine. Sicurezza per chi? Per lui, certamente, non per loro che, già morenti, verranno molto probabilmente venduti o regalati a qualcuno
peggio di lui. Altri erano chiusi in un bidone, ma non è la prima volta. E così, ancora una volta, si chiude un occhio.
Ancora una volta, non c’è motivo di agire. Chi deve fermare questo scempio? Le segnalazioni ai Carabinieri e alla Asl sono tante e ci sono da tanti anni. I cittadini si rivolgono alle associazioni, che fanno quello che possono: denunciare, documentare, tentare di salvare gli animali. Ma non basta.
Ci appelliamo all’assessore regionale all’agricoltura, caccia e pesca, parchi e riserve naturali, sistema idrico e ambiente, Emanuele Imprudente, al comandante dei Carabinieri forestali dell’Aquila, Giampiero Costantini, e all’assessore comunale all’ambiente, Fabrizio Taranta. Le immagini ci sono anche le segnalazioni. Ora bisogna agire; quella, per noi», concludono gli ambientalisti, «non è un’azienda agricola degna
di questo nome».