Pioggia di ricorsi da parte degli aspiranti medici, ossia i tantissimi studenti alle prese il 9 settembre scorso, in tutta Italia, con i test d’ammissione alle facoltà di Medicina e Odontoiatria. In queste ore, infatti, alle varie sedi Codacons, anche in Abruzzo, stanno arrivando a fiumi segnalazioni e denunce destinate a chiedere chiarezza su diversi fronti: c’è chi sostiene che, ad esempio alla D’Annunzio di Chieti, non sia stato rispettato il fondamentale criterio dell’anonimato del candidato. In altre denunce, invece, si ipotizzano irregolarità nella fase della compilazione della cosidetta graduatoria finale quella che, appunto, indica chi è stato ammesso e chi no. Anomalie procedurali intanto vengono segnalate in tutta Italia: secondo il Codacon anche abruzzese si va “da vistosi e grossolani errori nella formulazione delle domande, passando per la presunta violazione del diritto all’anominato del candidato fino alla correzione sbagliata al punto da alterare anche il piazzamento del candidato nella graduatoria finale”. Per il Codacons, al quale si stanno affiancando anche ricorsi privati di legali di studenti pronti ad impugnare i test d’ammissione, l’unica strada percorribile subito e nel rispetto della legalità è quello di un sequestro di tutti gli atti, dai test alla loro correzione, affinchè tutto finisca sul tavolo della magistratura. Ben 1800 i candidati per la sola D’Annunzio immaginando che esercito copioso si stia muovendo alla volta di un provvedimento che impugni e blocchi ingressi e ammissioni. Cauto ottimismo quello delle università già tirate in ballo, come la D’Annunzio di Chieti, secondo le quali “ogni regolarità procedurale sarà verificata e verificabile nel solo interesse degli studenti “.
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