Le parole del Sindaco dell’Aquila Massimo Cialente che, con riferimento al rischio di chiusura dell’Accademia dell’Immagine, aveva detto “diventerebbe la vittima numero 310” ha urtato fortemente la sensibilità dei familiari delle vittime del terremoto.
“Si resta senza parole di fronte alla ennesima esternazione del sindaco Cialente.
Questa volta si è superato ogni limite di decenza – afferma Antonietta Centofanti, portavoce del Comitato familiari delle vittime della Casa dello Studente. Apprendiamo dalla stampa – sottolinea – che il Sindaco ritiene l’Accademia della immagine la 310 ma vittima del terremoto, ponendo sullo stesso piano una istituzione in gravi difficoltà economiche e pertanto a rischio di chiusura (e ce ne dispiace) e lo strazio dei corpi, la giovinezza rapita, le responsabilità portatrici di morte legate a gran parte dei crolli: dimentica che la morte segna l’assenza per sempre e trasforma le vite di chi resta in altro; dimentica che tra le 309 vittime c’erano 54 ragazzi che avevano scelto di costruire in questa città il loro futuro e che nessuno li ha protetti. A partire dalle istituzioni. Anche quei 309 morti – aggiunge Antonietta Centofanti – erano “bene comune”, ma li piangono in pochi. Che siano almeno rispettati, anche con il silenzio, se le istituzioni sono incapaci di condivisione e di gesti di civiltà. Impari, il sindaco Cialente – conclude la Centofanti – che le parole sono pietre e come tali pesano. Soprattutto quando attengono alla carne e al sangue dei vivi e dei morti. Un amministratore questo dovrebbe saperlo. In caso contrario, dovrebbe dedicarsi ad altro. E al più presto”
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