Nelle prossime ore, per la precisione lunedì prossimo, nella sede di Confindustria Chieti, ci sarà una nuova riunione per la Sixty, prestigiosa griffe del tessile che va avanti a singhiozzo tra luci ed ombre.
Le luci, poche, sono sempre collegate alla ripartenza della NewCo che c’era stata il mese scorso con 41 lavoratori che dovrebbero diventare 50, come da programma, nelle prossime settimane. In più, per l’avvio dell’altra società satellite, è stato presentato un bando in Regione che potrebbe trovare concretezza in primavera e vedere il coinvolgimento di altri dipendenti (si parla di 40, forse 70 unità).
Le ombre, invece, riguardano sempre le 250 persone che finora sono rimaste fuori da qualsiasi progetto di reinserimento nel mondo produttivo. Per di più tutti profili professionali che per anni hanno mostrato livelli di eccellenza contribuendo a portare il marchio a livelli di notorietà sui mercati mondiali. E’ per loro che, in queste ore di vigilia dell’incontro di lunedì, si è mobilitata la CGIL. Incassata l’ammissione dell’azienda tessile al concordato preventivo, il pressing di Giuseppe Rucci si è spostato sul giudice delegato e sui commissari giudiziali, Pierluigi Pennetta e Lucio Raimondi, affinché concedano l’anticipazione della cassa integrazione straordinaria da aprile. Situazione che si era già verificata in passato ma in condizioni diverse, senza il concordato e con i soldi dell’INPS che erano stati anticipati da un istituto di credito abruzzese.
La speranza, conclude il sindacalista della CGIL, è che ora il giudice autorizzi l’azienda ad anticipare i soldi della cassa integrazione da aprile ad ottobre eliminando i disagi economici di tutti i lavoratori che sono rimasti fuori.
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