video » Scandalo Tercas: Di Matteo ai domiciliari

AntonioDiMatteoL’ex Direttore Generale della Tercas Antonio Di Matteo ha già lasciato il carcere di Regina Coeli a Roma ed é agli arresti domiciliari nella sua casa di Avezzano. La decisione del Gip del Tribunale di Roma a seguito della richiesta dell’avvocato di Di Matteo, Massimo Krogh, nella quale viene motivata nel dettaglio la ragione per cui non ci sono più gli estremi d’inquinamento delle prove, non essendoci più contatti diretti con gli indagati e i due milioni di euro nelle disponibilità dell’ex direttore generale custoditi su un conto della Banca di Singapore sono stati sequestrati. Di Matteo é stato arrestato lo scorso 18 dicembre con l’accusa di bancarotta fraudolenta e associazione a delinquere. Nei suoi anni di attività all’interno della Tercas avrebbe concesso mutui in gran parte non restituibili coadiuvato dalla sua compagna Cinzia Ciampani ed i dettagli sono tutti illustrati nell’atto di citazione che il commissario della Tercas Sora ha inviato agli ex consiglieri dell’Istituto di Credito teramano, chiedendo un danno economico per le loro condotte di circa 200 milioni di euro. Nel documento viene evidenziata la mancanza di controlli incrociati e l’uso sproporzionato delle cosiddette procedure d’urgenza al fine di aggirare gli stessi controlli. Qui si fa riferimento anche alle somme “tossiche”, cioè quelle non recuperabili e già evidenziate dal Gip nella sua ordinanza: 32 milioni al gruppo Casale; 27 al Gruppo Isoldi; 2 milioni e mezzo circa al Gruppo Bizzi Dini; 10 milioni al Gruppo Di Gennaro; 6,5 al Gruppo Sacrati; 7,5 al Gruppo Agostini; 4 al Gruppo Richi; poco più di un milione al Gruppo Bitossi Sammartino ed i circa 11 milioni, dei complessivi 78 milioni affidati da Di Matteo, al Gruppo Samorì. Tutti questi soldi, secondo i magistrati, non potranno mai essere restituiti; ma c’é un altro aspetto che interessa la Procura: parte di questi finanziamenti sarebbero stati erogati anche dopo le dimissioni di Di Matteo, come nel caso del gruppo Di Stefano al quale sono stati erogati 23 milioni di cui 22 non recuperabili, non solo, ma, a quanto pare, Di Matteo avrebbe continuato a beneficiare di stipendi e liquidazione anche dopo la sua incriminazione. Intanto procede l’iter avviato da Federconsumatori Abruzzo per la class action da parte dei piccoli azionisti evidentemente danneggiati, mentre un’altra associazione di consumatori denominata “Robin Hood” pensa a strumenti più efficaci e rapidi come la conciliazione tra associazioni e banche o l’arbitrato bancario.


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