Dopo i noti eventi relativi alla reliquia di Papa Giovanni Paolo II, trafugata e poi recuperata dalle forze dell’ordine, il santuario di San Pietro della Ienca, ai piedi del Gran Sasso, è giunto come è noto, alla ribalta delle cronache nazionali e internazionali.
La notorietà dovuta a questi eventi ha fatto aumentare il numero di fedeli o semplici curiosi che visitano la piccola chiesa tanto cara a Karol Wojtyla. In questi giorni, però, le persone arrivate nella zona, si sono trovate ancora sbarrata la strada provinciale di accesso, che era stata chiusa per rischio valanghe durante l’ultima nevicata. “Solo nella giornata di ieri – ha spiegato il Presidente dell’associazione San Pietro della Ienca ed ex assessore comunale Pasquale Corriere – sono arrivati nei pressi del santuario circa 300 visitatori che sono dovuti tornare indietro a causa della strada chiusa”.
Anche se il rischio valanghe ora non c’è più – ha aggiunto Corriere – per la riapertura della strada provinciale occorre l’intervento della competente commissione comunale per affrontare il problema e sollecitare la Provincia a far ripartire la circolazione.
Altrimenti – conclude Corriere – si rischia che quelli sul turismo religioso, restino solo proclami senza nulla di concreto per far sì che il santuario di San Pietro della Ienca possa divenire meta di pellegrinaggio per i fedeli. Intanto il prossimo 5 marzo dovrebbe finalmente tornare, all’interno del santuario, la reliquia con il sangue di Papa Giovanni Paolo II. Si sta ancora valutando se sarà quella rubata e poi ritrovata, non completamente integra, oppure la nuova reliquia già chiesta dalla diocesi al Vaticano. Per il presidente Pasquale Corriere dovrebbero essere conservate all’interno del santuario entrambe le reliquie. Nei giorni scorsi alla chiesa di San Pietro della Ienca è stato donato il reliquiario da parte dell’associazione Giovanni Paolo II di Bisceglie.

{avsplayer videoid=8835 }