4 anni per l’ex assessore regionale Vito Domenici, l’imprenditore Marco Picciotti, Pietro D’Arcangelo e  l’ex direttrice Fira Carolina D’Antuono. 5 anni per Paolo De Michele, Silvio Cirone, Ivan Marinelli e Giovanni Cirulli; assoluzione per Giovanna Angelucci per non aver commesso il fatto e a sorpresa condanna alla pena di 4 anni per l’avvocato Pietro Anello per il quale i Pm avevano ritenuto di non procedere per prescrizione ed invece il collegio dei giudici presieduto da Massimo De Cesare ha al contrario emesso una sentenza di condanna per la riqualificazione del reato in riciclaggio. Finisce cosi, almeno in primo grado, una delle più lunghe e scabrose vicende giudiziarie nella nostra Regione, il processo sullo scandalo alla Fira. Iniziata sette anni fa con l’arresto dell’ex presidente Giancarlo Masciarelli che ha poi patteggiato a 3 anni e 4 mesi, e che ha attratto l’attenzione dei magistrati per un giro vorticoso di fondi dall’Europa assegnati arbitrariamente, attraverso Fira e Tecnos, ad imprenditori amici piuttosto che tramite regolare procedura, una truffa da 16 milioni di euro. Gran parte dei 27 imputati sono usciti di scena per prescrizione, tra i condannati assolta la Angelucci, ma rientra a sorpresa l’avvocato Anello, assolto in appello per il processo Sanitopoli. Per De Michele, Cirone, Cirulli e Marinelli interdizione perpetua dai pubblici uffici; interdizione per tre anni per la D’Antuono, D’Arcangelo, Picciotti, Domenici e Anello. Sanzioni varie alle 36 società imputate tra cui segnaliamo 45 mila euro che dovrà versare la Tecnos, così come la Verde srl ex società di Angelini il quale é uscito da questo procedimento per prescrizione. Soddisfatti con moderazione i due Sostituti Procuratori Cristina Tedeschini e Anna Rita Mantini che se da un lato hanno visto confermare quasi in toto le proprie richieste, dall’altro ritengono necessario valutare a fondo le motivazioni dei giudici che, sul reato associativo, hanno riconosciuto i principali imputati partecipi e non promotori dell’organizzazione ispirata da Masciarelli e non escludono su questo punto il ricorso in appello.

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