Dopo tre anni, il porto di Pescara tornerà ad accogliere una nave petroliera, e non come l’altra volta, solo per testare i fondali, ma a pieno carico. Tra lunedì e mercoledì prossimi, riprenderà il traffico petrolifero. Non solo merci ma potrebbe riprendere, qui il condizionale è quanto mai d’obbligo, anche il traffico passeggeri per la Croazia: c’è un progetto per un piccolo mezzo che può trasportare fino a 350 persone, probabilmente un catamarano – mono carena che tornerebbe a collegare Pescara con l’altra sponda dell’Adriatico, nel periodo estivo. Cosa certa, al momento, è l’arrivo, la prossima settimana, al porto il cui dragaggio è stato ultimato poche settimane fa, della nave petroliera Galatea a pieno carico (circa 6.000 tonnellate) di gasolio e benzina. Sarà un battesimo del mare in tutti i sensi per il porto che torna a respirare dopo le operazioni di dragaggio, anche se, operatori commerciali e pescatori sono concordi: occorre una manutenzione continua dello scalo marittimo e soprattutto una supervisione quotidiana del fiume, altrimenti si rischia di tornare punto e a capo, con il deposito di fanghi e i fondali che, si teme, possano di nuovo tornare impraticabili. D’altronde una città che vive su un fiume non può permettersi di dimenticare il corso d’acqua da cui prende il nome. E non si può riavvolgere la pellicola su un film già visto, tra proteste, perdita di posti di lavoro, un vero e proprio calvario per tanti lavoratori che del porto, del fiume e del mare vivono e che hanno passato tre anni di passione a causa del dragaggio infinito. Approderà nella darsena commerciale, la prossima settimana, la nave petroliera Galatea, dal nome mitologico, una delle 30 ninfe del mare, si spera benaugurante per la città tutta e per un porto che possa essere sicuro e rappresentare quella porta sull’Adriatico e verso i Balcani, più volte invocata. E tra il dire e il fare, mai come ora, c’è di mezzo … il mare.

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