122.700 euro spalmati su ben 25 spettacoli andati in scena allo Stadio del Mare questa estate a Pescara, circa, euro più euro meno, 50 mila al prestigioso Festival Dannunziano di Giordano Bruno Guerri il quale, con molta eleganza, evita di rilasciare dichiarazioni sul tema. Qualcuno grida allo scandalo, soprattutto in relazione alla coincidenza, non di poco conto, che quest’anno si é celebrato il 150esimo anniversario della nascita di Gabriele d’Annunzio. Il punto é, qual é il progetto alla base della politica culturale di questa città? Perchè, premesso che quando si parla di eventi, in ogni dove si scatena una sorta di guerra tra i poveri, ma la sensazione é che ragione e torto, in questa specie di penosa querelle, sia da entrambi le parti. Ha ragione Guerri nel lasciare il sospetto che 50 mila euro per celebrare il Vate sia un pò poco, considerata anche la presenza in cartellone, tutto sommato, di un mattatore come Giorgio Albertazzi; ma hanno anche ragione le tante associazioni e piccole imprese locali, che hanno beneficiato dei contributi per gli spettacoli estivi, nel far notare che anche loro devono campare. D’altro canto ha torto Guerri nel lamentarsi degli appena 50 mila euro considerando che in passato, con molto meno, diversi operatori culturali nostrani hanno allestito eventi francamente molto più seguiti, e tra le altre cose, con cachet personali risibili rispetto a quelli assicurati fino a qualche anno fa al buon Guerri. Ma, se vogliamo, ha torto anche chi, in nome della valorizzazione del prodotto locale, decide di spargere a piene mani, migliaia e migliaia di euro ad associazioni che propongono iniziative dal dubbio interesse. Ed allora si torna sempre al punto di partenza e cioè al fatto che a Pescara non ci sia mai stata la giusta sensibilità nel seguire una politica culturale che sia capace di garantire la qualità delle iniziative, attrarre l’attenzione del pubblico, anche quello esterno, come anni fa, per la verità, accadeva per altre manifestazioni poi misteriosamente accantonate, e cogliere talento e competenza di operatori locali, ce ne sono tantissimi, che sarebbero ben lieti, anche con quel che serve senza un centesimo in più, di allestire cartelloni e rassegne molto più incisive di quelle che da qualche anno, ahi noi, siamo costretti a sorbirci a Pescara.
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