video » Pescara: un gioielliere senza paura e un video fermano il rapinatore

auto in fiamme patricia

rapinatore identikit“Ero pronto a morire per difendere il mio negozio. Lo rifarei ancora”. Sono queste le parole pronunciate a caldo, poco dopo la fallita rapina, da Benito Montanari, coraggioso titolare dell’omonima gioielleria, negli uffici della Squadra Mobile di Pescara.
Con la testa fasciata e il volto tumefatto, Montanari ha ricostruito con lucidità le fasi dell’aggressione, consegnando agli investigatori il video del sistema di sorveglianza che aveva ripreso il volto del giovane rapinatore che, nel tardo pomeriggio del 15 gennaio scorso, fingendosi interessato all’acquisto di preziosi era entrato nella sua gioielleria. Il malvivente poi lo aveva improvvisamente aggredito, colpendolo ripetutamente alla testa con il calcio della pistola e spruzzandogli in faccia spray urticante.
Ma quello che al rapinatore doveva essere sembrato un innocuo vecchietto, ha reagito vigorosamente, ingaggiando una violenta lotta e costringendo il suo aggressore alla fuga insieme ad altri due complici che attendevano all’esterno a bordo di un’auto rubata.
Ora quel volto ha anche un nome, grazie alle indagini svolte dalla Squadra Mobile di Pescara e dal Commissariato di Manfredonia. Si tratta del pregiudicato TURANO Matias Javier, 22 anni, nato in Argentina, ma residente a Vieste (FG), riconosciuto dagli investigatori del Commissariato che poi lo hanno rintracciato ieri pomeriggio a casa del padre, notificandogli un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Pescara, dott.ssa Maria Michela Di Fine, su richiesta del PM, dott.ssa Anna Rita Mantini. Si era nascosto nel bagno ed aveva già un borsone pronto per la fuga. Il giovane è chiamato a rispondere di accuse molto pesanti: rapina aggravata, porto abusivo di arma, lesioni e ricettazione.

UN GIOIELLIERE CORAGGIOSO

La rapina alla gioielleria Montanari, ha spiegato in conferenza il dirigente della mobile Pierfrancesco Muriana, e’ fruttata 400 euro. Il rapinatore si e’ dovuto accontentare di portare via con se’ la cassa mentre il progetto iniziale, da realizzare con due o tre complici, era di svuotare completamente il negozio per poi prelevare il sistema di videosorveglianza. Il piano e’ sfumato a causa della reazione dell’anziano gioielliere, che oggi ha ricevuto i complimenti del dirigente della mobile per aver rischiato la vita ingaggiando una colluttazione con il giovane. Per la polizia la pistola usata era vera e l’arrestato, che ha un precedente per furto, sarebbe collegato ad esponenti della mafia del Gargano. A lui si e’ arrivati partendo da precedenti rapine realizzate a Pescara ed effettuate da persone arrivate da Vieste. L’italo argentino, la cui famiglia vive in Italia da dieci anni, nel centro di Vieste, ha ammesso le proprie responsabilita’ adducendo motivi legati agli stupefacenti. E’ stato rinchiuso in carcere a Foggia e la polizia sta cercando i complici, due se non tre, che hanno effettuato un sopralluogo in precedenza nella gioielleria di via Conte di Ruvo.


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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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