Passano per Roma le velleità politiche del centrodestra per confermarsi alla guida di Pescara. Come già avvenuto in passato in situazioni analoghe ma, forse, meno complicate di oggi. Sono in due, anzi tre, a voler essere posizionati sulla rampa di lancio del candidato sindaco.
In prima corsia, come è giusto che sia, c’è il primo cittadino uscente, Lugi Albore Mascia, che per 5 anni ha retto il timone del Comune nonostante bufere, anche con mare forza 7, generate talvolta dalla sua stessa area politica di riferimento. Per strada ha perso pezzi importanti ma nessuno, con tentativi di golpe talvolta ridicoli, è mai riuscito a disarcionarlo. Forza Italia vuole ricandidarlo e lui vuole assolutamente tentare il mandato bis.
In seconda corsia c’è il presidente della Provincia, Guerino Testa, che dapprima si è lasciata aperta la strada della Regione, poi ha puntato decisamente il suo navigatore su palazzo di città. Ha tappezzato Pescara con giganteschi messaggi d’amore e, sostenuto dal Nuovo Centro Destra, vuole almeno le Primarie.
Tra i due litiganti il terzo gode, dice il saggio. Con il terzo incomodo, ingombrante in verità per il suo carisma politico, che risponde al nome di Carlo Masci. Il leader di Pescara Futura è decisamente tentato dalla possibilità di ri-giocarsi la poltrona più importante del capoluogo adriatico ma senza le forche caudine delle Primarie bensì coagulando i pensieri di tutti e spegnendo le ambizioni di Mascia e di Testa.
Deciderà Roma: ufficiosamente il tavolo nazionale coordinato da Altero Matteoli, ufficialmente Berlusconi. Ma questo non significherà che, poi, il candidato sarà unico!
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