Tanta, composta e addolorata commozione questa mattina a Pescara per l’ultimo saluto al piccolo Francesco Pio il bimbo di soli due anni morto sabato sera investito da un treno all’altezza della Stazione San Marco. Un corteo silenzioso, rotto solo dal pianto dei genitori del bimbo, ha accompagnato il feretro fino all’ingresso della chiesa parrocchiale di San Gabriele dell’Addolorata nel cuore del quartiere “San Donato”. Una comunità, quella rom alla quale appartiene la famiglia del piccolo Francesco Pio, che si è stretta intorno al dolore inconsolabile dei nonni e dei genitori. Francesco aveva solo 2 anni e sabato sera, forse come tante altre volte, era risucito a sgattaiolare dal cortile di casa lì a due passi dal tracciato ferroviario. Pio giocava col fratellino, piccolo anche lui: salvo per miracolo raccontano i testimoni della tragedia gli stessi che sono riusciti a strapparlo alla morte. Un lungo disperato fischio di un treno che tenta, invano, di frenare prima di piombare su Francesco ha spezzato il silenzio di un sabato sera di fine maggio. Questa mattina, invece, solo singhiozzi disperati e le campane a morte per accompagnare la piccola bara bianca. Oggi è il giorno dell’addio a Francesco Pio, ma anche quello delle indagini che vanno avanti. Se è vero come è vero che i due piccoli fratellini rom su quelle rotaie ci stavano giocando, come tante altre volte e come tanti altri loro compagni di gioco, la Procura vuole e deve stabilire se sia mancata l’adeguata vigilanza degli adulti. Qualcuno ancora oggi, col viso rigato dalle lacrime, insiste nel dire che in quel punto così pericoloso della stazione ci si arriva facilemente per l’assenza di barriere protettive e recinzioni. La Polfer dal canto suo, già sabato sera, al dolore per la perdita del piccolo Francesco Pio aggiungeva, in un breve comunicato stampa, la “non obbligatorietà in capo alle Ferrovie dello Stato di rendere invalicabili i binari”.
Una cosa è certa: quei due nomi di santi non sono bastati a salvare Francesco Pio sbalzato, dal treno che lo ha travolto, troppo in là rispetto alla vita che a due anni un bimbo deve avere. Le indagini accerteranno tutte le responsabilità e, forse, la tragedia di Francesco Pio, dei suoi genitori e di un’intera comunità sarà di monito affinchè non accadano mai più tragedie simili.
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