video » Pescara, Comitato “No Tares” verso la disobbedienza civile

crisinegoziQualsiasi tipo di spiegazione é sembrata troppo tecnica e poco efficace per stemperare la tensione ieri pomeriggio nella sala consigliare del Comune di Pescara, affollata di commercianti e semplici cittadini costretti a pagare cifre fino a 4 zeri per la Tares. L’incontro é stato promosso da Gianluca Monaco fondatore del gruppo “No Tares Abruzzo” ed ha visto uno di fronte a l’altro i commercianti di Pescara, già in trincea contro la crisi ed i progetti di riqualificazione di Corso Vittorio, e l’assessore comunale ai tributi Massimo Filippello, affiancato dal direttore di Attiva Massimo Del Bianco. La Tares, che ha sostituito la vecchia Tarsu, é lo strumento indicato dal Governo attraverso il quale i Comuni sono chiamati a recuperare la copertura integrale del costo del servizio attraverso la tassa sui rifiuti, solo per la città di Pescara, ha precisato Filippello, sono necessari poco più 26 milioni di euro da utilizzare per raccolta rifiuti, ma anche illuminazione pubblica, manutenzione delle strade, polizia municipale ed anagrafe, il 52% di questa somma dovrà giungere dalle utenze domestiche, il 48% da una trentina di categorie di utenze non domestiche. Una tassa iniqua ed ingiusta, hanno tuonato i commercianti presenti in sala, alcuni di questi costretti a pagare anche di più dei centri commerciali. Una legge é giusta se fa gli interessi del popolo, qui invece si sta decretando la fine di centinaia di attività e c’é anche chi propone d’impugnare la legge per presunta incostituzionalità, mentre la larga maggioranza si dice pronta alla disobbedienza civile. Intanto il Comitato “No Tares Abruzzo” annuncia altre manifestazioni di protesta e si chiama fuori dall’iniziativa in programma giovedì prossimo ed organizzata da Confcommercio e Confesercenti per protestare con padelle e forchettoni contro l’aria fritta che propinano gli amministratori. “E’ una protesta politica – precisa il leader del comitato Gianluca Monaco – non c’interessa anche perchè queste sono le stesse associazioni di categoria che non hanno mosso un dito per l’aumento dell’Iva.”


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