video » Omicidio Ceci. “La pista é quella giusta”

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ceci italoSono passati 21 mesi dall’omicidio di Italo Ceci, il pentito della Banda Battestini freddato con tre colpi di pistola la sera del 20 gennaio del 2012 in pieno centro a Pescara. Un tempo relativamente lungo che non ha affatto scoraggiato gli inquirenti che su questa brutta vicenda non hanno mai smesso d’indagare. Un lavoro complicato e certosino reso particolarmente difficile dal modus operandi dell’assassino che, per quanto in apparenza sfrontato, visto che ha agito davanti a diversi testimoni, ha mostrato la tipica freddezza del sicario tanto da far ipotizzare al killer professionista in trasferta. In questo tempo si sono battute tutte le piste possibili ed inimmaginabili senza trovare il minimo riscontro, su una, invece, si é ostinatamente fermata l’attenzione degli inquirenti: il passato di Ceci e quella sua scelta, mai del tutto digerita, di collaborare con la Giustizia contribuendo a determinare la fine dell’azione violenta e criminale della Banda Battestini. Un punto di riferimento ben preciso gli inquirenti lo hanno trovato in un verbale d’interrogatorio del noto pregiudicato Nino Mancinelli detto “caffettino”, poi perito al culmine di una rapina a Francavilla nel luglio del 2011. Cinque anni prima,  nel 2006, Mancinelli, riferendo particolari sulle gesta della banda dei portavalori che aveva come ispiratore Massimo Ballone, storico componente della Battestini, parlò anche di un piano per eliminare Ceci, indicando  particolari precisi che conferirono credibilità alle sue dichiarazioni. Alla luce, anche, di questo retroscena la Procura di Pescara ha pensato dunque di iscrivere, come atto dovuto, tre nomi nel registro degli indagati: Massimo Ballone, ora in carcere a Lanciano, ma all’epoca dell’omicidio libero cittadino; Michele Rossoni e Mario D’Emidio, questi due noti pregiduicati in qualche modo legati a Ballone. Per chiudere il cerchio sarà ora necessario avere i risultati delle analisi sul Dna affidate al genetista Liborio Stuppia, lo stesso che si sta occupando delle tracce di sangue sui coltelli del marinaio tunisino sospettato per l’omicidio di Nicola Bucco. Stuppia concentrerà la sua attenzione su tre reperti specifici individuati nella  Punto rossa usata per la fuga del Killer e ritrovata in una piccola via nei pressi di Piazza Duca: si tratta di accertamenti tecnici non ripetibili su una ciocca di capelli bianchi, un mozzicone di sigaretta ed un cerotto. Che sia la pista giusta? Dalla Procura il silenzio più assoluto dietro comunque un velato ottimismo.


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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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