Passa la linea della pubblica accusa, quella del PM Valentina D’Agostino, che nel mirino aveva messo il mancato uso del defibrillatore così come emerso nel corso dell’incidente probatorio; defibrillatore che era bordo campo e che, come evidenziato dai periti, “avrebbe dato qualche chance in più di sopravvivere” al giocatore colpito da malore. Dunque, per la morte del calciatore Piermario Morosini, avvenuta il 14 aprile di due anni sul prato dell’Adriatico – Cornacchia durante la gara Pescara – Livorno, tre medici devono essere processati e devono rispondere di omicidio colposo. Lo ha deciso il GUP di Pescara, Luca De Ninis, al termine dell’udienza di oggi. I tre medici imputati sono quello del Livorno, Manlio Porcellini (l’unico presente oggi in aula), quello del Pescara, Enrico Sabatini, e quello del 118 in servizio quel giorno allo stadio, Vito Molfese. Stralciata, invece, in attesa di archiviazione, la posizione del primario di Cardiologia dell’ospedale di Pescara, Leonardo Paloscia, che quel giorno si trovava in tribuna come tifoso e prestò cure a Morosini scendendo direttamente dagli spalti sul campo. Il processo inizierà il primo dicembre di quest’anno davanti al Tribunale monocratico della città adriatica.
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