Per qualcuno sarà l’agone per possibile rivincite, per altri sarà la polveriera d’Abruzzo. Grandi responsabilità per una città sempre più grande, che veleggia oltre i 50.000 abitanti. Montesilvano, quarto centro della regione, forse non si aspettava di ritrovarsi al voto anzitempo. Di sicuro non se lo aspettava il sindaco Di Mattia, disarcionato dalle 13 firme domenicali che hanno – temporaneamente? – interrotto il suo mandato. Se trattasi di stop definitivo o di complotto traballante lo deciderà il Tar, che il 3 aprile dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato dal sindaco, che ipotizza possibili vizi di forma in merito alla regolarità delle dimissioni di massa. In ogni caso l’opzione rivincita vale sia per il ritorno immediato a Palazzo di città che per un’eventuale riconferma delle urne: in caso di voto infatti Di Mattia resta il candidato del Pd. Possibile rivincita all’orizzonte anche per Francesco Maragno, ricandidato a sindaco per il centrodestra. Infatti, già nel 2012, Maragno aveva provato a correre per la lista civica Democrazia e libertà. Una corsa che finì al rimo turno, chiuso al terzo posto dopo Attilio Di Mattia e Manola Musa. Il suo 20% di preferenze allora ottenute e l’esperienza maturata all’opposizione oggi fanno di Maragno, secondo Forza Italia e il Nuovo centrodestra, il candidato ideale della coalizione. E la polveriera d’Abruzzo? E’ ciò che diventerà Montesilvano secondo il candidato pentastellato Manuel Anelli, che la immagina come primo comune gestito dal Movimento 5 Stelle.
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