Sarà il fascino sempiterno del Mozart più giocoso, sarà perché è un modo diverso di trascorrere la serata, sarà perché, se questo è il paese del belcanto, deve pur esserci un bel pubblico; fatto sta che “Il flauto magico” andato in scena al Marrucino di Chieti ha visto un teatro gremitissimo. A spiccare è stata anche la presenza di tanti giovani, segno che non tutti i ragazzi guardano all’opera lirica come ad una barba insostenibile, forse anche per merito di quei prof che sanno come trasmettere l’amore per la musica, non importa se di Beethoven o dei Nirvana. Quanto all’opera in sé, “Il Flauto Magico” di Enrico De Feo ha offerto voci eccellenti, come quella di Papageno (Felipe Oliveira) e della Regina della notte (Giulia Della Peruta); una scenografia più che asciutta, forse troppo e alquanto deja vu, un magnifico terzetto di voci bianche soliste (Elisa Coclite, Federica Di Domenicantonio e Lorenzo Speca) e l’ennesima ottima performance dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese e del coro diretto dal Maestro Paolo Speca. Un successo che bissa quello dell’allestimento geometrico e fascinoso del “Macbeth” e che precede la rappresentazione di domani, venerdì 13 dicembre: alle 20.30 sipario aperto su L’Italiana in Algeri, dramma giocoso in due atti, musica di Gioachino Rossini; direttore e Maestro al cembalo Marco Moresco; regia Cesare Scarton; Maestro del Coro Paolo Speca, Orchestra Sinfonica Abruzzese.

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