Un lungo viaggio sulla strade italiane ed europee, alla ricerca della legalità. Diritti, educazione, giustizia sociale, questi i contenuti che ogni anno salgono a bordo della Carovana Antimafie, nata in Sicilia 20 anni fa. Un momento corale di mobilitazione promosso dall’Arci, con Libera, con altre associazioni e sindacati. All’epoca, era il 1994, la carovana, da Capaci a Licata, si proponeva di portare solidarietà a coloro che in prima fila operavano per la legalità sul territorio. Oggi però lo sappiamo: le mafie sono tante e sono ovunque, ed è per questo che la carovana ha ampliato i propri confini geografici, trasformandosi in un percorso che tocca tanti temi e tante città. Il tema di quest’anno riguarda la legalità del lavoro, e in particolare la tratta degli esseri umani come conseguenza, e non causa, della povertà dilagante. E’ lì, proprio lì, nella miseria e nelle diseguaglianze sociali, che le mafie trovano il terreno più fertile per infiltrarsi e attecchire. Domani la carovana antimafie farà tappa a Pescara, dove gli eventi saranno declinati in tre eventi diversi. Una mostra collettiva a piazza Salotto, 13 pannelli fotografici esposti a partire del primo pomeriggio, per spiegare con le immagini gli effetti umani dello sfruttamento: fotografie crude, istantanee di sopraffazione ma anche di riscatto, con il sorriso di chi ce l’ha fatta. Un’altra mostra sugli stessi temi, tradotti nel linguaggio dei fumetti ed esposti presso la Acme di via Bologna. E infine, al numero 3 di strada comunale piana, i celebri13 poster su carta d’agrumi di Sicilia, con i ritratti dei protagonisti dell’antimafia sociale, da Portella delle ginestra all’omicidio di don Diana.
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