video » Lavoro, 2013 anno da dimenticare

vlanciano bella foto azione

LAVORO“Dice un secco operaio che, va bene, la schiena si rompe al lavoro, ma mangiare si mangia. Si fuma persino. L’uomo è come una bestia, che vorrebbe far niente… Varrebbe la pena di restarsene lunghi per terra nel sole. Ma a buon conto si mangia”. Mettere in poesia il bisogno del lavoro non è facile, Cesare Pavese però c’era riuscito. I versi della raccolta “Lavorare stanca” posano una luce obliqua e affannata sull’universo di chi non si integra: un ragazzo nel mondo degli adulti, un uomo senza mestiere nel mondo di chi lavora, un lavoratore affamato che sogna l’ozio dei ricchi. I tempi cambiano, ed è probabile che oggi i versi di Pavese parlerebbero un’altra poesia, quella del lavoro che non c’è. Che sia così è chiaro a tutti, che il 2014 sarà diverso è speranza di molti, illusione di pochi, certezza di nessuno. Con buona pace di chi a fine anno traccia il bilancio solo delle cose fatte, la Cgil preferisce invece ri-dare i numeri, semplici e chiare rilevazioni statistiche a sottolineare la gravità e la profondità della crisi. In Abruzzo, nel 2013, l’occupazione è crollata. Secondo i dati Istat sono 31.000 gli occupati in meno rispetto all’anno precedente. Il che significa che quelli che un lavoro ce l’hanno sono 477.000. Dunque il tasso di disoccupazione è cresciuto fino ad arrivare all’11,8%, ma per la fascia più debole, i giovani, supera il 40% del totale. La cassa integrazione coinvolge circa 35.000 lavoratori e ammonta a 30 milioni di ore nel mese di ottobre 2013, con un incremento di circa 2 milioni di ore rispetto allo stesso periodo del 2012. Anche il ritratto sociale è deprimente: emarginazione, nuove povertà, pensionati in difficoltà, famiglie non più in grado di fare fronte ai tanti imprevisti della vita. Per la Cgil occorre un grande piano del lavoro, che preveda l’intervento di tutti i soggetti, pubblici e privati, per uscire dalla crisi e dalla recessione. Perché è il lavoro che decide il futuro.


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