“Con la politica ho chiuso”. Queste le parole del sindaco (ormai ex) de L’Aquila, Massimo Cialente, che ieri ha firmato il documento con cui ufficialmente ha presentato le dimissioni, annunciate sabato pomeriggio, in una lunga conferenza stampa, in seguito all’inchiesta della Procura su presunte tangenti nella ricostruzione che per la prima volta riguardano direttamente il Comune, anche se il primo cittadino non è coinvolto. L’assessore alla Cultura Betti Leone (Sel) è stata nominata vicesindaco al posto di Roberto Riga, dimessosi perché indagato nell’inchiesta. La Giunta di centrosinistra andrà avanti per venti giorni, fino all’arrivo del commissario prefettizio. Nessuno spiraglio di ripensamento. Non sono servite neanche le molte telefonate con cui Massimo Cialente veniva invitato a recedere dal proposito, da parte del Premier Enrico Letta, di Gianni Letta, del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini e dell’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso, tra gli altri. “Spero che il centrosinistra, guidato dal presidente del Consiglio comunale e dai segretari politici della maggioranza e, se vogliono, delle opposizioni, che finora non ci sono mai stati – va giù duro Cialente – decida di chiedere un incontro con il presidente del Consiglio Enrico Letta per rivendicare il miliardo di euro promesso dall’ex ministro Barca ed esigere le dimissioni del ministro Trigilia.” L’ex parlamentare, Giovanni Lolli, indicato da più parti come il candidato sindaco del centrosinistra alle amministrative del 25 maggio prossimo, ha sottolineato che nei prossimi giorni la classe dirigente aquilana sarà impegnata a ottenere il miliardo di euro per il 2014 per la ricostruzione. A tale proposito martedì è in programma un incontro con la segreteria nazionale Pd e nei giorni successivi con il presidente del Consiglio, Enrico Letta. Il Pd provinciale de L’Aquila, intanto, invita il sindaco dimissionario a ripensarci. Per la senatrice Stefania Pezzopane, infine, con le dimissioni del sindaco la città è più debole e poi attacca: “Il ministro Trigilia è un incompetente perché ha sparato cifre sbagliate, ha parlato di cose che non conosce, dunque farebbe bene ad andarsene a casa e a non occuparsi più della ricostruzione, questo a prescindere della vicenda che riguarda Massimo Cialente. Abbiamo bisogno – conclude Pezzopane – di un Ministro che non dedichi il suo tempo a creare gruppi di lavoro ben retribuiti, per fare cose che già hanno fatto altri in questi quattro anni.”
Apindustria L’Aquila, dimissioni Cialente un harakiri
“Se dal punto di vista umano e morale la scelta di Massimo Cialente e’ comprensibile ed anche condivisibile, sul piano pratico e politico rischia di essere un autentico harakiri che condurra’ ad una infinita’ di problemi per la ricostruzione e per il rilancio economico del comprensorio”. Lo afferma il segretario generale di Apindustria L’Aquila, Massimiliano Mari Fiamma. Il momento – osserva – non poteva essere peggiore di questo ed e’ infatti il tempismo degli sviluppi dell’inchiesta che lasciano piuttosto perplessi dato che sui puntellamenti, avvenuti da quattro a due anni fa, c’erano dubbi ed indagini gia’ da molto tempo. L’epilogo pero’ e’ giunto proprio all’indomani del ‘tradimento’ del governo che ha stanziato fondi non solo insufficienti ma addirittura ridicoli per la ricostruzione e all’indomani dell’uscita del regolamento attuativo del bando della delibera Cipe (100 milioni di euro) che, senza recepire le puntuali e articolate proposte di tutti gli attori economici del territorio, e’ stato varato sotto l’albero di Natale (il 23 dicembre scorso) con un testo assurdo. E’ facilmente prevedibile – dice Fiamma – che i fondi previsti non saranno spesi o saranno spesi malissimo ma, nel frattempo, Invitalia, cosi’ com’e’ stato per la Zona Franca (3,6 milioni di euro di compensi percepiti per la gestione su 90 milioni in tre anni di stanziamento), godra’ dei benefici del ‘lavoro’ svolto qualsiasi sia il risultato. Come non bastasse il ministro Trigilia, palesatosi alcune volte tra le macerie con carichi di promesse disattese, chiamato in causa dall’ex sindaco ha pubblicamente affermato che il ‘governo non e’ un bancomat’ e che e’ inutile chiedere un miliardo l’anno quando la capacita’ di spesa e’ della meta’. In questa palude – osserva infine il segretario generale di Apindustria – va da se’ che le dimissioni del sindaco Cialente risultino molto gradite a chi a Roma sta cercando di nascondere le proprie incapacita’ a fornire risposte a un territorio allo stremo, incapacita’ di trovare le risorse per la ricostruzione ed incapacita’ di affrontare una discussione seria in sede europea su come fronteggiare le catastrofi naturali con una politica comunitaria”.
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