E’ il tardo pomeriggio del 29 novembre 2012 quando nel verbale conclusivo di un importante consiglio di amministrazione della d’Annunzio si vota a maggioranza la riorganizzazione della nuova pianta organica specificando che “si delega il Direttore Generale Filippo Del Vecchio ad individuare le soluzioni più idonee”. Passa solo una notte, siamo quindi al 30 mattina, e i 19 della famigerata graduatoria ripescata dal concorso interno del 2006 ricevono una raccomandata a mano con la quale vengono assegnati loro nuovi ruoli e inquadramenti: a mandargliela, augurando in calce il buon lavoro, è lo stesso Del Vecchio. Che si tratti di superefficienza e speciale dedizione al proprio lavoro di dirigente, al punto da aver impiegato una notte appena per riorganizzare un’università? O piuttosto c’era una certa fretta a sistemare intanto quei 19, tra i quali casualmente figurava la propria segretaria, come rilevato da denunce ed esposti (quello dell’associazione Codici, per citarne uno)? Ma le domande non finiscono qui, perché, intanto, dal Cda di quel 29 novembre 2012 ad oggi pare che la sollecitata riorganizzazione della pianta organica non sia mai più stata nemmeno accennata, come se ad esaurirla fossero bastati quei 19. Secondo: nessuno ha mai chiesto lumi sulla notturna soluzione riorganizzativa del Dg, e tantomeno il Cda l’ ha avallata con un voto. Ultimo aspetto, non per importanza, anch’esso al vaglio della certosina indagine della Guardia di Finanza di Chieti il fatto che i 19 avessero preso parte ad un concorso per una figura professionale molto specifica salvo poi esser dislocati anche in ambiti ben diversi dalle rispettive verificate competenze. Come dire…. la loro unica fortuna è stata quella di classificarsi ben sei anni prima tra i 19 di quella graduatoria che forse molti avevano persino dimenticato? Avranno, insomma, molto da raccontare ai finanzieri di Chieti i membri del Cda Ud’A in via di convocazione individuale salvo poi ,e non è affatto escluso, metterli a confronto per incrociare le deposizioni. Una cosa è certa: non si indaga solo su azioni e scelte, ma anche sulle eventuali omissioni di controllo e verifica.

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