C’è una polemica dai toni accesi a colorare la sorpresa dell’uovo di questa Pasqua. Agnellisti e non agnellisti si dividono sul piatto simbolo della festività. Tutto nasce dalla campagna pubblicitaria dell’ex ministro Michela Brambilla contro la strage degli agnelli in occasione della Pasqua. Non si è fatta attendere la replica dei pastori abruzzesi affidata a Nunzio Marcelli, storico presidente dell’Arpo, l’Associazione regionale produttori ovi caprini.
“Ci vogliono far scomparire ma non ci riusciranno. Da un lato gridano allo scandalo scagliandosi contro il consumo di carne e dall’altro commercializzano salmone e gamberetti. Evidentemente nel mondo della comunicazione e dei buoni sentimenti il pesce non è…carne!” – ha tuonato Marcelli che ha aggiunto “Dietro al nostro lavoro ci sono storie, aziende, economie, conservazione della biodiversità turismo, enogastronomia, prodotti d’eccellenza. Che vengono a cercare da tutto il mondo, da Obama a Robert De Niro, che i prodotti pastorali dell’Abruzzo li ha voluti nel suo ristorante di New York. Chi vuole far scomparire tutto questo abbia il coraggio di dire come stanno le cose: senza allevamenti, senza agnelli, non ci sarebbero più nemmeno questi pascoli e questa fauna selvatica, per la quale siamo tutti mobilitati, dal lupo all’orso, simbolo di un ambiente incontaminato, quello abruzzese, che è stato preservato grazie alla presenza delle greggi, al pascolamento”.
Nel nostro Abruzzo l’agnello a Pasqua è sinonimo di tradizione. Potrebbe essere sostituito con salmone e gamberetti?
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